Il 23 luglio 2025, alle 11:13 locali (le 20:13 italiane) dalla base militare di Vandenberg in California, SpaceX ha lanciato con successo due satelliti della NASA per la missione TRACERS (Tandem Reconnection and Cusp Electrodynamics Reconnaissance Satellites). Il Falcon 9, il cui primo stadio era al suo sedicesimo volo, ha rilasciato i satelliti su un’orbita eliosincrona a circa 590 km di altezza.
TRACERS studierà come l’energia proveniente dal vento solare viene trasferita alla magnetosfera terrestre, influenzando le aurore e le condizioni spaziali che possono impattare su satelliti, astronauti e infrastrutture tecnologiche a Terra.
Deployment of both TRACERS satellites confirmed pic.twitter.com/MoE97NuW5Z
— SpaceX (@SpaceX) July 23, 2025
Oltre ai TRACERS della NASA, che costituivano il carico principale della missione, a bordo del Falcon 9 c’erano altri cinque satelliti. Tre di essi sono finanziati dall’Agenzia americana: Bard, per testare l’interazione in tempo reale tra diverse reti di ripetitori satellitari governativi e commerciali; REAL (Relativistic Electron Atmospheric Loss), con uno strumento sensibile al rilevamento di protoni ed elettroni ad alta energia; e Athena EPIC (Economical Payload Integration Cost), per studiare sistemi economici per collocare strumenti di telerilevamento in orbita.
A bordo c’erano anche l’australiano Skykraft, progettato per monitorare il traffico aereo, e il satellite italiano 5G-LIDE, un dimostratore sviluppato a Torino da Tyvak International, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e parte del programma ARTES dell’ESA.
Il lancio sarebbe dovuto avvenire il 22 luglio, ma è stato rimandato. Un’interruzione di corrente, infatti, ha disturbato le telecomunicazioni al Los Angeles Air Route Traffic Control Center, che gestisce il traffico aereo sull’Oceano Pacifico. Per ragioni di sicurezza, è stato deciso il rinvio della partenza del Falcon 9.
Lo studio della riconnessione magnetica con TRACERS
I due satelliti gemelli che costituiscono TRACERS, T1 e T2, sono costruiti sulla piattaforma ALTAIR di Millennium Space Systems. Voleranno in tandem in un’orbita circolare eliosincrona a 590 km di altitudine, separati tra loro da 75 a 900 km.

La loro missione principale, della durata di 12 mesi, è studiare il fenomeno della riconnessione magnetica, un processo fondamentale nell’interazione tra vento solare e magnetosfera terrestre. Questo processo può causare improvvise riconfigurazioni delle linee di campo magnetico, accelerando particelle fino a velocità prossime a quelle della luce.
TRACERS osserverà in particolare la regione della cuspide, vicino ai poli terrestri. Qui le linee del campo magnetico permettono al vento solare di penetrare fino agli strati superiori dell’atmosfera, generando effetti come le aurore e disturbi alle comunicazioni. L’obiettivo è comprendere esattamente dove avviene la riconnessione magnetica al confine tra la magnetosfera e il vento solare, migliorando così le capacità di previsione degli eventi di space weather.
La missione TRACERS era inizialmente prevista come carico secondario della missione PUNCH (Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere), parte del programma Small Explorer (SMEX) della NASA. Tuttavia, PUNCH è stata successivamente riprogrammata per volare con l’osservatorio SPHEREx, lanciato con successo da SpaceX il 12 marzo da Vandenberg.
Il dimostratore italiano LIDE
La missione 5G-LIDE rappresenta un passo avanti verso l’integrazione tra rete 5G e infrastrutture satellitari, con potenziali applicazioni in ambiti strategici come protezione civile, difesa e telemedicina.
Il nanosatellite sviluppato da Tyvak International è frutto di una filiera tecnologica interamente italiana. Il suo obiettivo principale è dimostrare la fattibilità di un collegamento diretto dallo spazio a terminali terrestri 5G di piccole dimensioni, aprendo la strada a costellazioni future a basso costo e bassa latenza.

Il satellite opererà in orbita solare sincrona e sorvolerà ogni giorno gli stessi punti della Terra alla stessa ora locale, condizione ideale per garantire uniformità e affidabilità nei test di telecomunicazione. Basato sulla piattaforma Renegade, sviluppata da Tyvak, è equipaggiato con due transponder in banda K/Ka e quattro antenne patch array progettate dalla PMI Picosats di Trieste. Il controllo attivo dell’assetto assicura un orientamento preciso, ottimizzando la qualità del segnale.
Due terminali a terra, realizzati da RAME di Roma, sono stati installati in provincia di Rieti e presso il laboratorio 5G/6G di ESTEC nei Paesi Bassi. Il satellite stabilirà un collegamento bidirezionale ad alta velocità tra questi due punti, analizzando parametri chiave come la latenza e il rapporto segnale/rumore. Con l’impiego di brevi impulsi nell’ordine dei nanosecondi, 5G-LIDE punta a dimostrare la capacità del 5G satellitare di offrire precisione, ampia copertura e resistenza alle interferenze.











