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Osservato il primo legame diretto tra lampi X veloci ed esplosioni stellari

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Luglio 10, 2025
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza
Sequenza di immagini che mostra la luce della supernova SN 2025kg, che ha seguito il lampo veloce di raggi X EP 250108a. Credits: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA

Sequenza di immagini che mostra la luce della supernova SN 2025kg, che ha seguito il lampo veloce di raggi X EP 250108a. Credits: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA

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Un nuovo studio guidato da un team internazionale di astronomi ha osservato il più vicino lampo X veloce (Fast X-ray Transient, FXT) mai rilevato, rivelando per la prima volta un legame diretto tra questi eventi e la morte esplosiva di una stella massiccia.

Il fenomeno, registrato nel gennaio 2025 e denominato EP 250108a, è stato rilevato a 2.8 miliardi di anni luce di distanza dalla missione cinese Einstein Probe (EP), lanciata nel 2024 e progettata per osservare eventi transienti nei raggi X.

Grazie alla sua relativa vicinanza, EP 250108a ha permesso agli scienziati di avviare un monitoraggio dettagliato in molteplici lunghezze d’onda. I telescopi Gemini North e South, che compongono l’International Gemini Observatory, e il telescopio SOAR presso l’osservatorio Cerro Tololo in Cile, hanno contribuito a raccogliere dati ottici e nel vicino infrarosso nei giorni successivi al segnale iniziale.

L’analisi ha rivelato che l’evento è associato a una supernova di tipo Ic, SN 2025kg, generata dalla morte di una stella tra le 15 e le 30 masse solari. Tuttavia, a differenza dei classici lampi di raggi gamma (Gamma Ray Bursts, GRB), in questo caso i getti ad alta energia prodotti dal collasso del nucleo stellare non sono riusciti a perforare gli strati esterni della stella. Questo “fallimento” ha portato a una conversione dell’energia cinetica dei getti in raggi X, invece che in raggi gamma, dando origine al FXT osservato.

Il grido intrappolato di una stella morente

Tradizionalmente, sono i lampi gamma a essere associati a supernovae estremamente energetiche, dove getti relativistici riescono a sfuggire dalla stella collassata, emettendo radiazione gamma prima dell’esplosione ottica vera e propria. Tuttavia, eventi come EP 250108a rappresentano una variante in cui i getti, pur presenti, restano intrappolati all’interno della stella, generando una diversa firma osservativa.

Nei sei giorni successivi alla scoperta, gli strumenti spettroscopici GMOS (di Gemini North) e FLAMINGOS-2 (di Gemini South) hanno catturato l’evoluzione rapida del segnale, osservando prima l’emissione nei raggi X e poi un progressivo aumento della luminosità ottica associata alla supernova. Questa sequenza ha permesso agli astronomi di tracciare l’intero ciclo dell’evento, dalle fasi iniziali di collasso fino al picco dell’esplosione ottica.

Il campo in cui l'evento EP 250108a, e la supernova che lo ha seguito, sono stati rilevati dalla sonda Einstein (EP) all'inizio del 2025. Credits: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA
Il campo in cui l’evento EP 250108a, e la supernova che lo ha seguito, sono stati rilevati dalla sonda Einstein (EP) all’inizio del 2025. Credits: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA

Il telescopio SOAR ha contribuito ulteriormente con osservazioni nel vicino infrarosso, che hanno aiutato a determinare la luminosità massima della supernova e a stimare le proprietà della stella progenitrice.

I risultati, presentati in due articoli scientifici su The Astrophysical Journal Letters, confermano che gli FXT possono essere il prodotto della morte di stelle massicce e rappresentano un meccanismo distinto ma collegato a quello dei GRB. Secondo gli autori, gli FXT potrebbero essere molto più comuni dei GRB: grazie al satellite EP, oggi ne vengono rilevati diversi ogni mese, contro circa uno all’anno per i lampi gamma.

Nuovi strumenti per mappare le esplosioni stellari

La scoperta di EP 250108a apre una nuova finestra sull’evoluzione delle stelle massicce e sulla diversità dei loro meccanismi di collasso. Oltre a offrire nuove chiavi di lettura sull’origine degli FXT, lo studio rafforza l’ipotesi di una continuità tra supernove, FXT e GRB, dove la differenza principale risiede nel grado di successo dei getti ad alta energia nell’attraversare la stella morente.

In prospettiva, osservatori di nuova generazione come il Vera C. Rubin Observatory, che avvierà a fine 2025 il Legacy Survey of Space and Time (LSST), forniranno una mole senza precedenti di dati nel dominio del tempo, permettendo di identificare ed analizzare eventi come EP 250108a con sempre maggiore dettaglio.

L’identificazione di EP 250108a segna un passo avanti verso una comprensione più completa e sfumata di come le stelle più massive dell’Universo terminano la loro vita.

I due articoli, in uscita su The Astrophysical Journal Letters, sono reperibili qui inversione pre-print:

  • The kangaroo’s first hop: the early fast cooling phase of EP250108a/SN 2025kg, Rob A. J. Eyles-Ferris et al.
  • EP 250108a/SN 2025kg: Observations of the most nearby Broad-Line Type Ic Supernova following an Einstein Probe Fast X-ray Transient, J. C. Rastinejad Ferris et al.
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Tags: Einstein probeesplosione stellareraggi gammaraggi Xsupernova

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