Il 18 giugno 2025, nel corso del Paris Air Show 2025 in corso a Le Bourget, in Francia, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha siglato un Memorandum of Understanding (MoU) con Thales Alenia Space e Blue Origin per valutare opportunità di cooperazione commerciale e industriale in orbita terrestre bassa (LEO).
L’accordo, in particolare, servirà ad esplorare nuovi scenari di utilizzo della stazione spaziale privata Orbital Reef, in fase di sviluppo da Blue Origin e altri partner, per soddisfare le esigenze future di ricerca e presenza umana nello spazio da parte dell’Europa.
Il memorandum prevede uno studio congiunto delle possibilità di accesso a Orbital Reef da parte di astronauti europei o di carichi utili scientifici e tecnologici, senza vincoli di esclusività. La stazione offrirà servizi integrati: dal trasporto di astronauti e materiali, agli alloggi in orbita, fino alla gestione operativa dei payload. L’obiettivo è avviare una cooperazione che risponda ai requisiti delineati recentemente da ESA per garantire la continuità delle attività europee nello spazio dopo la dismissione della Stazione Spaziale Internazionale.
Con questo accordo, ESA intende anche sostenere l’industria europea nella preparazione alla partecipazione al programma, attraverso lo sviluppo di moduli abitativi, sistemi e componenti per la stazione, nonché attività di mitigazione del rischio tecnologico. Le tre realtà coinvolte stanno inoltre valutando l’eventuale utilizzo futuro di sistemi europei per il trasporto orbitale di equipaggi e cargo, nel quadro di un mercato commerciale competitivo.
Le opportunità di Orbital Reef
Orbital Reef è una stazione spaziale modulare in fase di sviluppo da parte di Blue Origin, in collaborazione con diversi partner, tra cui Boeing. Il progetto mira a diventare una piattaforma multifunzionale per la ricerca scientifica, l’industria e il turismo spaziale. La collaborazione con ESA apre ora uno scenario in cui anche l’Europa potrebbe sfruttare questa infrastruttura per condurre esperimenti, far volare astronauti o testare nuove tecnologie in un contesto operativo reale.
Daniel Neuenschwander, direttore dell’Esplorazione Umana e Robotica di ESA, ha definito questo accordo un primo passo verso una nuova dimensione economica dell’orbita bassa. L’obiettivo è mantenere una presenza europea autonoma e strategica nello spazio, sostenendo nel contempo la crescita del settore commerciale.
Orbital Reef rappresenta anche un’opportunità per valorizzare le competenze industriali già sviluppate nel continente. Thales Alenia Space, in particolare, ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione di moduli pressurizzati per la ISS e per il Lunar Gateway. Il coinvolgimento dell’industria europea nel progetto permetterebbe di proseguire questo percorso anche nella nuova fase della presenza umana in orbita.
La presenza europea nello spazio post-ISS
Il progressivo smantellamento della Stazione Spaziale Internazionale rende urgente la definizione di strategie alternative per garantire continuità alle attività scientifiche e tecnologiche in orbita. ESA ha avviato da tempo una riflessione su questo tema, evidenziando la necessità di coinvolgere il settore privato e di partecipare a progetti internazionali già in fase avanzata.
Il memorandum firmato con Blue Origin e Thales Alenia Space si inserisce in questa strategia, puntando a integrare l’Europa nel nuovo ecosistema commerciale dell’orbita bassa. Oltre all’accesso a Orbital Reef, l’accordo esplora la possibilità di utilizzare vettori europei per il trasporto di materiali e astronauti, promuovendo così lo sviluppo di capacità autonome di volo spaziale con ritorno economico.
“Siamo davvero onorati della fiducia che ESA ha riposto nella nostra azienda per esplorare, insieme a Blue Origin, future opportunità in orbita bassa terrestre che rispondano alle esigenze istituzionali e commerciali dell’Europa”, ha dichiarato Giampiero Di Paolo, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia.
“[..] Siamo entusiasti della nostra collaborazione con Blue Origin e siamo pronti a mettere in atto tutto ciò che è necessario per rendere possibile la presenza umana e la vita nello spazio, gettando le basi per l’era post-ISS e facendo fronte al contempo alle nuove esigenze economiche della ricerca e della scienza”.