All’inizio di marzo 2025, presso il Vera C. Rubin Observatory sul Cerro Pachón in Cile, è stata installata la LSST Camera, la più grande fotocamera astronomica digitale mai costruita. Un dispositivo da 3.2 gigapixel e oltre 3000 kg di peso, che in queste settimane è sottoposto a diversi test.
Nel corso dell’ultima settimana di aprile, i test si sono concentrati sul sistema di ottica attiva (Active Optics System, AOS). Questo sistema ha il compito di mantenere le immagini stabili e ben a fuoco mentre il telescopio osserva diversi angoli del cielo e cambia filtri o posizione.
Le osservazioni seguono una sequenza precisa: il telescopio si orienta su un campo stellare, il sistema AOS entra in funzione per allineare e mettere a fuoco gli specchi, e il software di pianificazione automatico, chiamato Feature Based Scheduler (FBS), gestisce una serie di osservazioni ripetute.
Questa modalità di test, con numerosi spostamenti e aggiustamenti, ha comportato una qualità d’immagine leggermente inferiore rispetto alla settimana precedente, ma fa parte del processo per ottimizzare le prestazioni future.
Ottimizzare e migliorare le osservazioni
Per simulare in poche settimane ciò che il Rubin Observatory farà in dieci anni di osservazioni, il team sta testando diverse angolazioni di rotazione della fotocamera. Sono state eseguite misurazioni sia all’interno della cupola che direttamente sul cielo, per calibrare con precisione l’angolo del rotatore, un elemento chiave per mantenere le immagini stabili.
Il team ha inoltre verificato come risponde il sistema agli spostamenti degli specchi principali, introducendo piccoli movimenti controllati per capire come ottimizzare il software di correzione. Sono stati apportati anche miglioramenti per ridurre le leggere deformazioni delle immagini su tutto il campo visivo, un passaggio cruciale per ottenere dati di alta qualità.

I risultati della LSST Camera e i prossimi passi
Grazie ai progressi raggiunti, il team è riuscito a effettuare fino a 372 osservazioni in una sola notte nelle bande UGRI. Finora, il telescopio ha scattato oltre 5000 immagini, equivalenti a circa 15 trilioni di pixel acquisiti. Sono iniziate anche le prime calibrazioni con il collimated beam projector, mentre il lavoro prosegue sugli ultimi tre sensori della fotocamera ancora da completare.
Nelle prossime settimane, durante la fase di luna piena, il team continuerà a migliorare il puntamento del telescopio e a calibrare i filtri, passando dai filtri UGRI a quelli z e y. Questi test permetteranno di preparare il Rubin Observatory a raccogliere dati di altissima qualità, fondamentali per lo studio dell’Universo nei prossimi dieci anni.
Attualmente, la “prima luce” dell’osservatorio Vera C. Rubin è attesa per l’estate 2025, mentre l’inizio delle osservazioni scientifiche vere e proprie per il 2026.