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Crew-10 è partita e non è una missione di salvataggio

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Marzo 15, 2025
in Esplorazione spaziale, ISS, NASA, News
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A bordo della capsula Dragon di SpaceX, alle 00:03 del 15 marzo, sono partiti i quattro astronauti della missione Crew-10 per la rotazione degli equipaggi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio è avvenuto dallo storico complesso 39A del Kennedy Space Center, con un Falcon 9 il cui primo stadio era al secondo utilizzo. L’attracco alla ISS è attualmente previsto per il 16 marzo, verso le 04:30, dopo circa 28 ore di viaggio.

L’equipaggio della missione è composto dalle astronaute della NASA Anne McClain e Nichole Ayers, dall’astronauta giapponese Takuya Onishi e dal cosmonauta russo Kirill Peskov. McClain, nel ruolo di comandante, è alla sua seconda spedizione sulla ISS e, durante la sua prima missione, ha assistito all’arrivo sulla ISS della prima Dragon di nuova generazione. Si trattava della missione dimostrativa Demo-1, avvenuta a marzo 2019.

I quattro astronauti di Crew-10 daranno il cambio all’equipaggio della missione Crew-9, che ha avuto inizio il 28 settembre. Alla partenza, l’equipaggio di Crew-9 era composto solamente da due persone, poiché con la Dragon ritorneranno a Terra anche gli astronauti Wilmore e Williams. Questi ultimi avevano raggiunto la ISS a bordo della Starliner di Boeing, ritornata vuota sulla Terra a causa dei problemi emersi una volta giunta nello spazio.

Quando terminerà anche Crew-10, verso luglio, la Dragon rientrerà al largo della California e non della Florida, come accaduto in passato. SpaceX ha cambiato il luogo dell’ammaraggio per gestire meglio il rientro sia della capsula che della sua sezione non pressurizzata.

I problemi prima della partenza

La partenza di Crew-10 ha subito diversi ritardi, dovuti principalmente a problemi tecnici. Secondo i piani iniziali, infatti, i quattro astronauti avrebbero dovuto viaggiare a bordo di una Dragon nuova, con numero di serie C213 e ancora priva di nome. Secondo quanto emerso durante l’ultima conferenza pre-lancio, tenutasi l’8 marzo, i tecnici di SpaceX hanno riscontrato alcuni problemi con le batterie della nuova Dragon. Le procedure per smontarle, ispezionarle ed eventualmente sostituirle sono molto lunghe.

SpaceX e la NASA hanno quindi deciso, per evitare ritardi, di riutilizzare la Dragon Endurance per la missione Crew-10. Questo cambiamento ha portato a uno slittamento del lancio di diverse settimane, inizialmente previsto per febbraio.

Cambiare la Dragon in corso d’opera ha comportato per SpaceX la necessità di superare diverse sfide per assicurarsi che tutto fosse pronto al lancio. Nonostante ciò, l’azienda ha comunque deciso di effettuare un importante test, riutilizzando tre dei suoi 16 motori di manovra per la quarta volta.

SpaceX ha dovuto affrontare anche alcuni problemi con il Falcon 9 per eseguire questo lancio. Nei giorni precedenti, infatti, sono emersi diversi inconvenienti che hanno costretto l’azienda a interrompere i voli per effettuare le dovute analisi. Il 19 febbraio, un secondo stadio è rientrato in maniera incontrollata in Polonia. Il 3 marzo, invece, a seguito di una perdita di propellente, un primo stadio è andato distrutto dopo aver effettuato un atterraggio sulla chiatta. Per Crew-10, SpaceX ha dovuto sostituire alcuni attuatori di tre diversi motori Merlin sul Falcon 9 utilizzato per questa missione, ovvero il B1090, al suo secondo volo.

La strumentalizzazione politica

Pochi giorni dopo l’insediamento di Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti, Elon Musk ha accusato la precedente amministrazione di aver abbandonato i due astronauti della missione Starliner. Musk ha quindi portato avanti la narrazione secondo cui la missione Crew-10 sarebbe una spedizione per andare a soccorrere i due astronauti.

Dalle informazioni disponibili si sa che già da quando erano emersi i primi problemi con la Starliner, la NASA aveva preso in considerazione la possibilità di utilizzare la Dragon per riportare a Terra gli astronauti. Dopo il rientro della Starliner, nella capsula di SpaceX della missione Crew-8, che si trovava sulla ISS già da quattro mesi, furono allestiti due sedili extra da utilizzare nei casi di emergenza. Già con Crew-8 quindi, in caso di emergenza si potevano far ritornare a Terra i due astronauti.

A fine settembre, invece, con il lancio della Dragon Freedom per la missione Crew-9, è giunta sulla ISS la capsula che effettivamente riporterà sulla Terra i due astronauti. Crew-10 è quindi una missione per la normale rotazione degli equipaggi a bordo della ISS.

Wilmore e Williams non sono mai rimasti bloccati sulla ISS e il loro addestramento aveva previsto una possibile lunga permanenza in orbita. Sebbene la loro missione dovesse durare solamente nove giorni, durante i circa nove mesi di permanenza sulla ISS hanno svolto diversi compiti, tra cui due attività extraveicolari per Suni Williams e una per Butch Wilmore.

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Tags: crew-10DragonMuskNasaSpaceXTrump

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