La NASA ha deciso di spegnere altri due strumenti scientifici a bordo delle sonde Voyager 1 e Voyager 2, per estendere la durata della missione. Si tratta di una scelta necessaria a causa della progressiva riduzione dell’energia disponibile, un effetto previsto del decadimento del generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG) che alimenta le sonde dal loro lancio nel 1977.
Entrambe le Voyager si trovano ormai nello spazio interstellare, al di fuori dell’eliosfera, la bolla di particelle e campi magnetici creata dal Sole. Voyager 1 ha superato il confine dell’eliosfera nel 2012, mentre Voyager 2 lo ha fatto nel 2018.
Per garantire la raccolta di dati scientifici per almeno altri sei anni, la NASA ha scelto di ottimizzare il consumo energetico, spegnendo strumenti che, seppur utili, consumano troppa energia rispetto alle risorse ancora disponibili. Gli ultimi spegnimenti riguardano il Cosmic Ray Subsystem (CRS) di Voyager 1, disattivato lo scorso 15 febbraio, e il Low-Energy Charged Particle (LECP) di Voyager 2, che sarà spento il 24 marzo.
Lo spegnimento di altri due strumenti
Le sonde Voyager perdono circa 4 watt di potenza ogni anno, a causa del naturale decadimento del plutonio che alimenta il loro RTG. Questa progressiva riduzione ha già costretto la NASA a spegnere vari sistemi di bordo nel corso degli anni, compresi alcuni riscaldatori e strumenti scientifici secondari.
Il CRS spento su Voyager 1 a febbraio 2025 è una suite di tre telescopi progettati per studiare i raggi cosmici, compresi i protoni della galassia e del Sole, misurando la loro energia e il loro flusso. I dati di quei telescopi hanno aiutato il team scientifico di Voyager a determinare quando e dove la Voyager 1 è uscita dall’eliosfera, nel 2012.
Il LECP della Voyager 2 ha svolto un ruolo simile nel 2018, raccogliendo dati sulle particelle cariche presenti nello spazio interstellare. LECP misura i vari ioni, elettroni e raggi cosmici provenienti dal nostro Sistema Solare e dalla nostra galassia, ed è costituito da due sottosistemi: il telescopio per particelle a bassa energia, per misurazioni energetiche più ampie, e l’analizzatore di particelle magnetosferiche a bassa energia, per studi magnetosferici mirati.
Dopo i due spegnimenti, rimarranno attivi solo 3 strumenti scientifici dei 10 originari su ciascuna delle due sonde.

L’importanza della missione Voyager
Le due sonde Voyager sono le uniche a raccogliere dati dallo spazio interstellare, una regione che nessun altro veicolo spaziale ha mai esplorato direttamente. Ogni informazione trasmessa è fondamentale per comprendere le interazioni tra il vento solare e l’ambiente interstellare.
Nonostante questi spegnimenti, la NASA assicura che entrambe le sonde continueranno a inviare dati scientifici grazie agli strumenti ancora attivi, con l’obiettivo di mantenerle operative almeno fino al 2030.
Il team continuerà a monitorare attentamente la disponibilità energetica e, se necessario, adotterà ulteriori misure per prolungare la missione. Con il progressivo esaurimento dell’energia, sarà inevitabile spegnere altri strumenti nei prossimi anni, finché non resterà attivo un unico dispositivo scientifico. Tuttavia, l’obiettivo principale resta quello di raccogliere dati il più a lungo possibile, massimizzando il valore di una delle missioni più longeve della storia dell’esplorazione spaziale.