Dopo più di 22 anni di attività, il telescopio spaziale Integral dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha ufficialmente concluso le sue operazioni scientifiche il 28 febbraio 2025. Lanciato nell’ottobre 2002, Integral (INTErnational Gamma-Ray Astrophysics Laboratory) è stato uno strumento fondamentale per l’osservazione dell’Universo nei raggi gamma, contribuendo alla comprensione di fenomeni estremi come buchi neri, esplosioni di supernova e lampi di raggi gamma (GRB).
Nonostante fosse stato progettato per una missione iniziale di cinque anni, Integral ha superato di gran lunga le aspettative, fornendo dati preziosi per oltre due decenni. Il satellite ha mantenuto operativi i suoi strumenti scientifici fino all’ultimo, dimostrando una resistenza straordinaria nonostante vari problemi tecnici affrontati nel corso degli anni.
Ora il satellite rimarrà sotto monitoraggio fino al rientro atmosferico controllato, previsto nei prossimi anni. La fine delle sue attività segna la conclusione di un’era per l’astronomia a raggi gamma, ma il suo vasto archivio di dati continuerà a essere analizzato dagli scienziati, offrendo nuove scoperte anche dopo la fine delle operazioni attive.
Mission accomplished for @ESA_Integral 🕹️🛰️✅
After 2886 orbits and 22 years in space, our gamma-ray telescope ends its observations 👉 https://t.co/6mLlSAZ2Ey pic.twitter.com/1Sub0D3ov0
— ESA Science (@esascience) February 28, 2025
Un’eredità di scoperte nell’astronomia a raggi gamma
Integral ha lasciato un segno indelebile nell’astrofisica moderna, fornendo osservazioni dettagliate di alcuni dei fenomeni più energetici dell’Universo. Uno dei suoi contributi più importanti è stato lo studio dei lampi di raggi gamma (GRB), eventi catastrofici associati alla morte di stelle massicce o alla fusione di stelle di neutroni. Grazie ai suoi strumenti, gli astronomi hanno potuto localizzare con precisione l’origine di questi eventi, confermando la loro natura cosmica e contribuendo alla comprensione della formazione di elementi pesanti nell’Universo.
Il telescopio ha anche studiato la radiazione di annichilazione dell’antimateria vicino al centro della Via Lattea, fornendo indizi sull’origine di questa emissione misteriosa. Inoltre, ha osservato buchi neri in fase di accrescimento, pulsar ad alta energia e supernovae, monitorando la loro evoluzione nel tempo.
Uno dei momenti più significativi della missione è stato il contributo di Integral alla scoperta delle onde gravitazionali, quando nel 2017 ha rilevato l’emissione di raggi gamma associata alla fusione di due stelle di neutroni, evento osservato anche dai rivelatori di onde gravitazionali LIGO e Virgo. Questa scoperta ha segnato l’inizio dell’astronomia multi-messaggera, combinando osservazioni di luce e onde gravitazionali per studiare gli eventi cosmici più violenti.
Grazie al suo archivio di dati, Integral continuerà a essere una risorsa preziosa per la comunità scientifica, consentendo ulteriori ricerche anche dopo la fine della missione operativa.
Il futuro, dopo Integral
Ora che le operazioni scientifiche sono concluse, il prossimo passo sarà la gestione del rientro controllato di Integral. Il satellite è stato progettato con un’orbita altamente ellittica, che nel tempo si è degradata progressivamente. Grazie a un piano di fine vita studiato dall’ESA, Integral è stato progressivamente abbassato per garantire un rientro sicuro nell’atmosfera terrestre.
L’ESA prevede che il satellite rientrerà in modo naturale tra il 2029 e il 2030, disintegrandosi per la maggior parte durante l’attraversamento dell’atmosfera. Questo processo ridurrà il rischio di detriti spaziali.
Nel frattempo, la ricerca sui raggi gamma continuerà con nuovi strumenti, tra cui il telescopio SVOM (Space Variable Objects Monitor), una collaborazione franco-cinese decollata a giugno 2024, e il futuro Athena (Advanced Telescope for High Energy Astrophysics) dell’ESA, previsto per il 2037.