Sarà un Falcon 9 di SpaceX a portare nello spazio il telescopio spaziale Pandora della NASA. L’agenzia spaziale americana lo ha annunciato il 10 febbraio, con il lancio previsto non prima di settembre 2025.
L’obiettivo della missione Pandora è studiare almeno 20 esopianeti e le loro stelle, per comprendere come le variazioni stellari influenzino le nostre osservazioni delle atmosfere planetarie.
Il contratto della NASA rientra nel programma Venture-Class Acquisition of Dedicated and Rideshare (VADR), che mira a fornire servizi di lancio per missioni scientifiche e tecnologiche a basso costo. VADR è un contratto a prezzo fisso e a quantità indefinita, con un periodo di validità di cinque anni e un valore massimo complessivo di 300 milioni di dollari.
Pandora farà parte di una missione del programma Rideshare di SpaceX, probabilmente la Transporter-15, con la quale raggiungerà l’orbita eliosincrona. Il telescopio spaziale condividerà quindi il Falcon 9 con satelliti di altre aziende e agenzie. Ciò sarà possibile grazie alle dimensioni ridotte del satellite, la cui massa non supererà i 320 kg.
La missione Pandora
La missione Pandora è un progetto innovativo per lo studio delle atmosfere degli esopianeti e l’attività delle loro stelle madri attraverso osservazioni multi-spettrali di lunga durata. Selezionata nel 2021 come parte del programma Astrophysics Pioneers della NASA, Pandora è una collaborazione tra il Goddard Space Flight Center della NASA, il Lawrence Livermore National Laboratory e altri istituti.

Il metodo principale utilizzato da Pandora per osservare gli esopianeti è la spettroscopia di transito. Quando un esopianeta transita davanti alla sua stella, parte della luce stellare attraversa l’atmosfera del pianeta. Analizzando lo spettro della luce stellare durante il transito e confrontandolo con lo spettro della stella senza il transito, gli scienziati possono identificare le firme di elementi e composti presenti nell’atmosfera del pianeta. Pandora cercherà in particolare pianeti con atmosfere dominate da idrogeno o acqua.
Tuttavia, l’attività stellare, come macchie scure o regioni luminose sulla superficie della stella, può influenzare le misurazioni spettrali, complicando l’interpretazione dei dati atmosferici degli esopianeti. Per affrontare questa sfida, Pandora monitorerà la luminosità della stella ospite in luce visibile mentre raccoglie simultaneamente dati nell’infrarosso. Queste osservazioni multi-spettrali consentiranno di distinguere tra le variazioni spettrali causate dall’attività stellare e quelle dovute all’atmosfera del pianeta.
Un aspetto distintivo di Pandora è la sua capacità di effettuare osservazioni continue e prolungate, con ciascuna sessione di osservazione che dura 24 ore e include almeno 10 transiti per pianeta. Questa strategia osservativa è resa possibile dalla natura dedicata della missione, che non è soggetta alle limitazioni di tempo tipiche delle missioni più grandi e molto richieste, come il telescopio spaziale James Webb.