Con uno spot trasmesso durante la cinquantanovesima edizione del Super Bowl, SpaceX e T-Mobile hanno annunciato l’avvio della fase beta del servizio Direct to Cell (DtC) di Starlink. Fino alla fine di luglio, negli Stati Uniti, sarà possibile iscriversi gratuitamente a questo programma di test, indipendentemente dall’operatore utilizzato. T-Mobile, infatti, ha esteso la possibilità di partecipare anche agli utenti di altri servizi, come Verizone e AT&T, a patto che il loro smartphone supporti le eSIM. Il servizio diventerà a pagamento al termine della fase beta.
Secondo quanto dichiarato da T-Mobile, tutti gli smartphone commercializzati negli ultimi quattro anni saranno in grado di connettersi al servizio DtC. Potranno testare la connessione i possessori degli ultimi modelli di Samsung, Motorola, Google e Apple.
Con l’arrivo di uno degli ultimi aggiornamenti per iPhone, la versione iOS 18.3, è emerso che Apple ha stretto un accordo con SpaceX e T-Mobile per l’utilizzo di Starlink. L’azienda di Cupertino, a partire dall’iPhone 14, aveva già introdotto la comunicazione satellitare, ma tramite la costellazione di Globalstar.
In questa prima fase di test sarà possibile inviare e ricevere solamente messaggi di testo. Con la crescita della costellazione aumenteranno anche le funzionalità del DtC, prima tramite l’invio di immagini e foto e chiamate, poi attivando le videochiamate e la funzione di collegamento con i dispositivi IoT. Inizialmente SpaceX aveva annunciato l’inizio della fase beta per il 2024. L’inizio a febbraio 2025 è quindi leggermente in ritardo sui piani.

I satelliti Starlink V2 Mini
All’interno dello spot è stato mostrato anche il render di un satellite Starlink V2 Mini, offrendo così uno sguardo più approfondito alla struttura di questi nuovi satelliti. A differenza della versione precedente, SpaceX non aveva mai mostrato nel dettaglio l’intera struttura dei suoi nuovi satelliti.
Gli Starlink V2 Mini sono dotati di due grandi pannelli solari, il cui compito è alimentare i vari apparati del satellite. I pannelli sono connessi al corpo principale, che ospita tutta la strumentazione necessaria per il mantenimento dell’assetto, le manovre in orbita e la comunicazione tramite laser. Questi ultimi consentono di trasferire fino a 200 Gbps di dati con gli Starlink adiacenti.
I satelliti sono inoltre dotati di motori elettrici alimentati ad argon, che sfruttano l’effetto Hall e sono essenziali per diverse manovre, tra cui l’innalzamento dell’orbita nelle fasi iniziali dopo il lancio, le manovre anti-collisione e il rientro in atmosfera.
Sul lato rivolto verso la Terra si trovano le antenne che comunicano con le parabole vendute nei kit di connessione. Queste antenne sono inoltre coperte da uno specchio dielettrico, che consente di direzionare la luce solare verso un punto specifico. Di conseguenza, gli Starlink risultano molto luminosi solo quando si trovano nelle zone in cui riflettono la luce del Sole.
Dal corpo principale del satellite si estende un’altra componente, oltre ai pannelli solari: il complesso sistema di antenne utilizzato per il servizio Direct to Cell. Queste antenne permettono ai satelliti di comportarsi come stazioni radio base, rendendosi visibili agli smartphone senza che questi necessitino di antenne aggiuntive.
Da maggio 2019, SpaceX ha lanciato in totale 7873 satelliti Starlink, nelle loro diverse versioni. Quelli per il servizio DtC invece sono 479.