Il 28 dicembre, poco dopo l’1:30 italiana, Blue Origin ha eseguito lo static fire test del New Glenn, accendendo i sette motori BE-4 del razzo per la prima volta. Con questo test, come dichiarato dal CEO Dave Limp, a Blue Origin non resta che integrare il payload e preparare il razzo per il lancio, che sulla base dei permessi rilasciati, è programmato per il 6 gennaio 2025.
Lo static fire si è svolto alla rampa LC-36 del Kennedy Space Center, ed è durato 24 secondi, di cui 13 secondi con i motori al 100% della spinta. Questo test era fondamentale per procedere al lancio inaugurale del New Glenn, che Blue Origin pensava di svolgere entro la fine del 2024. Insieme allo static fire però, l’azienda aveva bisogno anche dei permessi di lancio della FAA, che sono stati rilasciati dall’agenzia federale poche ore prima dello static fire.
Non è usuale che passi così poco tempo fra il primo static fire di un nuovo razzo e il suo lancio inaugurale, ma Blue Origin può gestire questo intervallo in pochi giorni soprattutto grazie all’esperienza ottenuta con i BE-4. I sette motori che spingono il primo stadio del New Glenn sono infatti gli stessi che alimentano il primo stadio del razzo Vulcan, che ha già volato due volte. ULA, prima del lancio inaugurale del Vulcan, ha impiegato 7 mesi dopo lo static fire prima del primo lancio.
La reazione del settore spaziale al primo static fire
Lo static fire eseguito con il New Glenn è servito anche per testare tutte le procedure di caricamento dei propellenti, sia sul primo stadio (Metano e Ossigeno liquido) che sul secondo stadio (idrogeno e ossigeno liquido). Blue Origin ha affermato anche che durante il test è stato dimostrato il sistema di pressurizzazione autogena di New Glenn, che usa il propellente in forma di gas per pressurizzare i serbatoi del primo stadio, oltre che il sistema di pressurizzazione con elio per il secondo stadio.
Next stop launch pic.twitter.com/GQFz4XxEt5
— Jeff Bezos (@JeffBezos) December 28, 2024
Lo static fire del New Glenn è stato accolto da una serie piuttosto lunga di reazioni entusiastiche, la più interessante delle quali è stata senza dubbio quella del nuovo amministratore della NASA Jared Isaacman. L’imprenditore si è complimentato con il CEO di Blue Origin e con l’azienda, commentando tre diversi post su X relativi allo static fire. Ha affermato: “The entire space community is excited to see more big reusable rockets launching routinely.”
A bordo del New Glenn con cui è stato eseguito il test era presente un simulatore di massa di circa 20 tonnellate. Il primo lancio invece, servirà per lanciare lo space tug Blue Ring, sempre di Blue Origin.