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La NASA ha rinviato (ancora) il lancio della sonda IMAP, posticipando anche altre due missioni

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Dicembre 27, 2024
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, NASA, News, Prossimo lancio, Scienza, Sistema solare
Il team meccanico prima dell'installazione della Medium Gain Antenna su IMAP. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Princeton/Ed Whitman

Il team meccanico prima dell'installazione della Medium Gain Antenna su IMAP. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Princeton/Ed Whitman

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La NASA ha annunciato un rinvio per il lancio della missione Interstellar Mapping and Acceleration Probe (IMAP) a bordo di un Falcon 9, inizialmente previsto per la primavera del 2025 dopo diversi ritardi, posticipandolo a non prima di settembre 2025. Questo ritardo è stato deciso per concedere ulteriore tempo alla preparazione dei sistemi di volo di IMAP.

IMAP è progettata per operare dal punto di Lagrange L1 del sistema Terra-Sole, situato a circa 1.5 milioni di km dalla Terra in direzione del Sole. La missione ha l’obiettivo di studiare l’eliosfera, la bolla magnetica creata dal Sole che protegge il Sistema Solare dalle particelle interstellari, e di analizzare il vento solare.

Il rinvio di IMAP ha conseguenze anche per due missioni secondarie che avrebbero dovuto essere lanciate insieme come payload condivisi. La prima è il Carruthers Geocorona Observatory, precedentemente noto come Global Lyman-alpha Imager of the Dynamic Exosphere (GLIDE), che studierà la geocorona terrestre, la regione più esterna dell’atmosfera. La seconda è la missione Space Weather Follow-On (SWFO) L1 della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), destinata al monitoraggio operativo del meteo spaziale per migliorare le previsioni e la protezione delle tecnologie terrestri.

Il lancio di IMAP, dopo diversi ritardi

La missione IMAP ha l’obiettivo di approfondire la comprensione dei confini dell’eliosfera, una sorta di bolla magnetica che circonda e protegge il nostro Sistema Solare dalle particelle interstellari. Analizzando queste interazioni, IMAP aiuterà gli scienziati a comprendere meglio come il vento solare e le particelle energetiche influenzino l’ambiente spaziale locale, con implicazioni dirette per la sicurezza degli astronauti e la protezione delle tecnologie spaziali.

Il lancio di IMAP era stato programmato per il 2024, ma è slittato più volte. A novembre 2023, la NASA ha posticipato il lancio da febbraio 2025 ad aprile o maggio 2025 dopo aver completato una revisione chiamata Key Decision Point D, affermando che il ritardo avrebbe “garantito che il team di progetto avesse risorse adeguate per affrontare rischi e complessità tecniche durante l’integrazione e il collaudo del sistema”.

Screen dal feed live della camera bianca presso l’APL durante l’assemblaggio di IMAP. Credits: NASA/Johns Hopkins APL
Screen dal feed live della camera bianca presso l’APL durante l’assemblaggio di IMAP. Credits: NASA/Johns Hopkins APL

Il lancio, assegnato dalla NASA a SpaceX nel 2020, trasportava originariamente altri due payload rideshare. Uno, una missione a vela solare chiamata Solar Cruiser, non è riuscito ad avanzare alla fase C del suo sviluppo a causa di problemi tecnici ed è stato interrotto nel 2023. L’altro, l’orbiter lunare Lunar Trailblazer, è stato spostato fuori dalla missione nel 2022 per evitare ritardi, quando la NASA ha acquistato un posto come payload condiviso sulla missione IM-2 del lander lunare di Intuitive Machines. Tuttavia, anche questa missione ha subito ritardi ed è ora programmata per un lancio non prima di febbraio 2025.

IMAP rappresenta la quinta missione nel programma Solar Terrestrial Probes della NASA ed è guidata dal professor David J. McComas dell’Università di Princeton, con la collaborazione di un team internazionale composto da 25 istituzioni partner. Il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory è responsabile della costruzione e dell’operatività della sonda.

Altre due missioni rideshare

A bordo del Falcon 9 che lancerà IMAP ci sono come detto altre due missioni, il cui ritardo di IMAP influenza la partenza.

Il Carruthers Geocorona Observatory è progettato per catturare la luce ultravioletta emessa dalla geocorona terrestre, la parte più esterna dell’atmosfera. Studiando questa emissione, gli scienziati potranno ottenere informazioni preziose sulla struttura e la dinamica dell’atmosfera superiore, migliorando la nostra comprensione delle interazioni tra l’atmosfera terrestre e l’ambiente spaziale circostante.

La missione SWFO-L1 della NOAA è fondamentale per il monitoraggio del meteo spaziale. Posizionata nel punto L1, SWFO-L1 fornirà dati in tempo reale sul vento solare e sulle espulsioni di massa coronale, fenomeni che possono avere effetti significativi sulle comunicazioni satellitari, sulle reti elettriche e su altre infrastrutture tecnologiche sulla Terra. Questa missione garantirà la continuità delle osservazioni critiche per le previsioni del meteo spaziale, contribuendo a mitigare i potenziali impatti delle tempeste solari sulle attività umane.

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Tags: Esplorazione spazialeIMAPLanciomissioneNasaritardo

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