• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

Il James Webb ha fornito nuovi indizi sui planetesimi del Sistema Solare primordiale

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Dicembre 20, 2024
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza, Sistema solare
Rappresentazione artistica della formazione di un sistema planetario, in cui sono visibili i planetesimi nelle regioni esterne. Credits: NASA/JPL-Caltech

Rappresentazione artistica della formazione di un sistema planetario, in cui sono visibili i planetesimi nelle regioni esterne. Credits: NASA/JPL-Caltech

Condividi su FacebookTweet

Un team di ricercatori dell’Università della Florida Centrale ha utilizzato il telescopio spaziale James Webb per studiare gli oggetti transnettuniani (TNO), corpi celesti ghiacciati che orbitano oltre Nettuno e che rappresentano i resti più antichi e meno modificati del disco protoplanetario in cui si è formato il Sistema Solare.

Grazie alle osservazioni del Webb, è stato possibile ottenere un’analisi senza precedenti della composizione chimica di questi oggetti, rivelando nuove informazioni sulle condizioni presenti durante la formazione del nostro sistema planetario circa 4.6 miliardi di anni fa.

I dati confermano che i TNO si suddividono in tre gruppi distinti in base alla loro composizione chimica, influenzata dalla posizione in cui si sono formati nel disco protoplanetario. In particolare, i più lontani mostrano tracce di metanolo e composti organici complessi, mentre quelli più vicini alla regione dei pianeti giganti sono ricchi di ghiaccio d’acqua e silicati.

La diversità molecolare degli oggetti transnettuniani

I ricercatori hanno utilizzato il James Webb per misurare gli spettri di 54 diversi TNO, catturando modelli di luce dettagliati di questi oggetti. Analizzando questi spettri, i ricercatori hanno potuto identificare molecole specifiche sulla loro superficie. In questo modo, hanno ottenuto la migliore visione d’insieme finora sulla diversità molecolare delle superfici dei TNO con osservazioni nel vicino infrarosso, superando i limiti delle osservazioni terrestri e degli altri strumenti disponibili.

Utilizzando tecniche di clustering, i TNO sono stati categorizzati in tre gruppi distinti in base alle loro composizioni superficiali. I nomi sono stati dati a partire dalle forme dei loro modelli di assorbimento della luce.

  1. Bowl. Costituivano il 25% del campione ed erano caratterizzati da forti assorbimenti di ghiaccio d’acqua e da una superficie polverosa. Mostravano chiari segni di ghiaccio d’acqua cristallino e avevano una bassa riflettività, indicando la presenza di materiali scuri e refrattari.
  2. Double-dip. Rappresentavano il 43% del campione e mostravano forti bande di anidride carbonica (CO2) e alcuni segni di sostanze organiche complesse.
  3. Cliff. Costituivano il 32% del campione e presentavano forti tracce di composti organici complessi, metanolo e molecole contenenti azoto, ed erano quelli di colore più rosso.
Rappresentazione artistica della distribuzione degli oggetti trans-nettuniani nel disco planetesimale, con sovrapposti spettri rappresentativi di ciascun gruppo composizionale che evidenziano le molecole dominanti sulle loro superfici. Credits: Grafica di William D. González Sierra per il Florida Space Institute, University of Central Florida
Rappresentazione artistica della distribuzione degli oggetti trans-nettuniani nel disco planetesimale, con sovrapposti spettri rappresentativi di ciascun gruppo composizionale che evidenziano le molecole dominanti sulle loro superfici. Credits: Grafica di William D. González Sierra per il Florida Space Institute, University of Central Florida

Studiando la chimica del Sistema Solare primordiale

Queste composizioni sono direttamente collegate alla posizione di questi oggetti nel Sistema Solare. Ad esempio, quelli che si trovano oltre 30 unità astronomiche dal Sole, hanno una composizione dominata da ghiacci complessi e composti organici. Questi materiali sono essenziali per comprendere i processi chimici che hanno favorito la formazione di molecole prebiotiche, potenzialmente legate all’origine della vita.

Al contrario, i TNO che hanno origine più vicina ai pianeti giganti, come Urano e Nettuno, mostrano tracce di ghiaccio d’acqua e silicati, segno di un ambiente più caldo e dinamico. Questa variazione composizionale conferma che la chimica del disco protoplanetario è stata modellata da gradienti di temperatura e dai movimenti dei pianeti giganti.

Lo studio fa parte del progetto Discovering the Surface Composition of the trans-Neptunian Objects (DiSCo) per scoprire la composizione molecolare dei TNO, guidato da Noemí Pinilla-Alonso, professoressa all’Institute of Space Science and Technology in Asturias presso l’Universidad de Oviedo.

Implicazioni per la dinamica del Sistema Solare

L’importanza delle osservazioni del JWST non si limita alla composizione chimica dei TNO. Questi oggetti, in alcuni casi, possono migrare verso l’interno del Sistema Solare, trasformandosi in centauri o comete. Quando si avvicinano al Sole, la loro superficie ghiacciata subisce cambiamenti significativi a causa dell’aumento delle temperature e dell’esposizione alla radiazione solare, provocando la sublimazione dei ghiacci e la formazione di chiome e code caratteristiche.

Uno studio parallelo e indipendente, sempre basato sullo stesso programma di osservazioni di Webb, ha analizzato proprio gli spettri di cinque centauri (52872 Okyrhoe, 3253226 Thereus, 136204, 250112 e 310071). Ciò ha permesso agli scienziati di identificare le composizioni superficiali dei centauri, rivelando una notevole diversità nel campione osservato.

Confronto tra gli spettri di alcuni centauri e delle comete. Credits: Licandro et al. 2024
Confronto tra gli spettri di alcuni centauri e delle comete. Credits: Licandro et al. 2024

Questi processi dinamici offrono un’opportunità unica per studiare come i planetesimi si evolvono nel tempo. Confrontare le osservazioni sui TNO con quelle dei centauri aiuta gli scienziati a tracciare le connessioni tra le diverse popolazioni di corpi minori nel Sistema Solare. Il JWST, con le sue capacità spettroscopiche avanzate, consente di analizzare questi cambiamenti in dettaglio, fornendo nuove prospettive sull’evoluzione dei planetesimi e sulla chimica primordiale che caratterizzava il disco protoplanetario.

Gli studi a cui si fa riferimento nell’articolo sono:

  • A JWST/DiSCo-TNOs portrait of the primordial Solar System through its trans-Neptunian objects, Nature Astronomy, Pinilla-Alonso et al. 2024
  • Thermal evolution of trans-Neptunian objects through observations of Centaurs with JWST, Nature Astronomy, Licandro et al. 2024
Capitol Building

Vuoi tenerti aggiornato su tutte le ultime notizie
sullo spazio e la sua esplorazione?

Agli iscritti a ORBIT ogni settimana inviamo due newsletter: il venerdì la Astro Newsletter, che tratta le notizie di esplorazione scientifica dello spazio, astronomia e astrofisica, e il sabato la Space Newsletter, che tratta di space economy, lunar economy ed esplorazione umana dello spazio.



© 2024 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.
Tags: James WebbJames Webb Space Telescopeoggetti transnettunianiPlanetesimiSistema solareTNO

Potrebbe interessarti anche questo:

Rappresentazione artistica di Venere e composti con potenziali biofirme che saranno indagati dalla missione VERVE proposta dal Regno Unito. Credits: Danielle Futselaar

Il Regno Unito propone VERVE, una missione per cercare biofirme nell’atmosfera di Venere

Luglio 9, 2025
Rappresentazione artistica di come Tritone, la luna più grande di Nettuno, potrebbe apparire dall'alto sopra la sua superficie, con Nettuno e il Sole in lontananza. Credits: ESO/L. Calçada

La proposta cinese di una missione con orbiter verso Nettuno e Tritone nel 2033

Luglio 8, 2025
La cometa interstellare 3I/ATLAS fotografata il 2 luglio 2025 dal Cile.

3I/ATLAS è il terzo oggetto interstellare mai osservato, ed è una cometa

Luglio 4, 2025
Il candidato oggetto interstellare A11pl3z, da una ripresa del Deep Random Survey in Cile (a sinistra) e la sua probabile orbita (a destra) rispetto al Sistema Solare.

C’è un altro oggetto interstellare che sta attraversando il Sistema Solare?

Luglio 2, 2025
Immagine dello strumento MIRI del James Webb a cui è stata sottratta la luce della stella TWA 7. In alto a destra, quello che potrebbe essere un pianeta giovane e freddo con una massa simile a quella di Saturno. Credits: ESA/Webb, NASA, CSA, A.M. Lagrange, M. Zamani (ESA/Webb)

Il James Webb ha ottenuto l’immagine diretta di un possibile pianeta simile a Saturno

Giugno 27, 2025
A sinistra, la corona interna del Sole ripresa il 23 maggio 2025 dal coronografo ASPIICS di Proba‑3. L’immagine, catturata nello spettro visibile, mostra le strutture filamentose della corona come apparirebbero all’occhio umano durante un’eclissi. A destra, la corona osservata da Proba‑3 in luce bianca polarizzata. Questa tecnica consente di isolare la luce della corona da quella diffusa dalla polvere interplanetaria. Credits: ESA/Proba-3/ASPIICS/WOW algorithm

La missione europea Proba‑3 ha realizzato la prima eclissi solare artificiale in orbita

Giugno 19, 2025
Attualmente in riproduzione

Cosa sono e da dove provengono gli OGGETTI INTERSTELLARI come 3I/Atlas?

Cosa sono e da dove provengono gli OGGETTI INTERSTELLARI come 3I/Atlas?

00:16:39

Un mese da record per Rocket Lab. La Cina affronta una crisi dei lanci spaziali - Launchpad

00:09:33

L'esplosione di Starship S36 cambia tutto?

00:11:19

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

00:18:34

Yuri Gagarin, il semi Dio che ha sfidato lo spazio – La vera storia di Vostok 1

00:11:41

La storia completa del lander che ha portato l'ITALIA sulla Luna

00:22:58

SpaceX può arrivare su Marte nel 2026? Aggiornamenti da Starship e Starbase

00:11:08

Euclid inizia la creazione del più grande Atlante cosmico della storia - Le nuove immagini spiegate

00:11:18

Diretta allunaggio Blue Ghost e LuGRE

03:00:24

Diretta ottavo volo di test di Starship - Lancio rinviato!

02:21:37

Il 2025 di Starship. Cosa aspettarci fra lanci, test e progressi a Starbase

00:14:32

BE-4 o Raptor? Ecco come funzionano i due motori di Blue Origin e SpaceX

00:15:12

La storia di Europa Clipper: alla ricerca di vita aliena intorno a Giove

00:21:59

I sette telescopi spaziali e terrestri più attesi nei prossimi dieci anni

00:20:14

Com'è andato il settimo volo (ed esplosione) di Starship? Un'analisi preliminare

00:08:43

Verso la Luna, e oltre - I progressi di Starship

00:10:37

La nuova analisi ambientale di Starbase e il settimo volo di Starship

00:08:56

La storia del Dream Chaser, il nuovo spazioplano americano pronto al lancio

00:20:05

Speciale elezioni americane - Questa settimana nello spazio 39

01:37:52

La storia di Ariane 6, il nuovo razzo pesante europeo. Sarà l'ultimo?

00:21:44

Polaris Dawn: la storia della più incredibile missione spaziale privata di sempre.

00:17:51

Sesto lancio di test Starship - Diretta

04:33:33

Che fine hanno fatto i lanciatori europei? Analisi di una crisi in corso

00:17:14

Come è andato il quarto volo di Starship? Una dettagliata analisi.

00:11:34

La storia di Starliner: l'ultima capsula spaziale che costruirà Boeing?

00:23:54

La Cina può veramente portare un astronauta sulla Luna prima del programma Artemis?

00:13:00

Come funziona un razzo a propulsione termica nucleare?

00:19:16

Manned Venus Flyby: la storia di quella volta che la NASA voleva mandare tre astronauti su Venere

00:15:21

Il terzo volo di test di Starship (IFT-3) è stato un successo o un (parziale) fallimento?

00:12:12

Perché si costruiscono ancora stazioni spaziali?

00:13:52

La missione IM-1 di Nova-C Odysseus è stata un successo o un fallimento?

00:10:11

Quanto costa il turismo spaziale? Confronto fra mezzi, orbite e opportunità

00:17:16

Cosa sono e a cosa servono gli Accordi Artemis?

00:15:40

Perché è ancora così difficile atterrare sulla Luna?

00:23:27

Starship: successo o fallimento?

00:19:30

Speciale Artemis 1 - Ecco la prima missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis

00:30:05

DART e LICIACube: la prima missione di difesa planetaria. Cosa succederà prima e dopo lo schianto?

00:39:10

La prima foto del "nostro" buco nero Sgr A*

01:07:58

La guida completa alla scelta di un telescopio - Live speciale

01:24:54

I cancelli del cielo - Geopolitica ed economia dello spazio

01:03:56

Com'è andato il quinto volo di Starship?

00:09:21

Il test del Raptor nello spazio, l'ultimo prima di portare la Starship in orbita

00:09:40

Dopo HALO e il Lunar Gateway: il futuro lunare spiegato da chi ci lavora

00:17:39

Cosa succederà durante il nono volo di Starship?

00:11:16

I più letti

  • Immagini dei detriti rilasciati dall'impatto di DART su Dimorphos scattate dal cubesat italiano LICIACube. Credits: NASA DART team/LICIACube

    LICIACube ha mostrato che gli effetti dell’impatto DART su Dimorphos sono più complessi del previsto

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • L’ESA annuncia i cinque razzi europei che saranno finanziati nell’European Launcher Challenge

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Un’esplosione di ritardi. I progressi di Starship

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • New Horizons ha realizzato il primo test operativo di navigazione stellare nello spazio profondo

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Notice
Non ci sono eventi previsti.

Gli ultimi approfondimenti

Due anni dal lancio del telescopio spaziale Euclid. Ecco cosa ha già fatto, e cosa farà

Luglio 1, 2025

35 anni dal lancio di Hubble, che si avvicina alla fine della sua missione

Aprile 24, 2025
Eclissi parziale di Sole. Credits: Reuters

È in arrivo un’eclissi parziale di Sole, visibile anche dall’Italia. Ecco quando e come osservarla

Marzo 28, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162