Un nuovo studio sui depositi di ghiaccio lunare, basato sui dati della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, ha rivelato che le riserve di ghiaccio sulla Luna potrebbero essere molto più estese di quanto si pensasse in precedenza.
Il ghiaccio mappato e studiato da questa ricerca, pubblicata il 2 ottobre su Planetary Science Journal, non si trova solo nei crateri permanentemente in ombra al Polo Sud lunare, ma diffuso in gran parte della superficie lunare, nei crateri adatti alla sua conservazione.
Il ghiaccio lunare rappresenta una risorsa cruciale per future missioni Artemis. L’acqua può essere utilizzata per la protezione dalle radiazioni e per sostenere gli astronauti, oppure scomposta nei suoi componenti, idrogeno e ossigeno, per produrre propellente per razzi, energia e aria respirabile.
I crateri vicino al Polo Sud, come il cratere Cabeus, Haworth, Shoemaker e Faustini, sono già stati identificati come aree con potenziali depositi di ghiaccio, ma lo studio condotto da Timothy P. McClanahan del Goddard Space Flight Center della NASA ha ampliato il campo di ricerca, rilevando segni di ghiaccio anche in altre zone al di fuori del Polo Sud. Con i dato della sonda LRO hanno creato delle mappe che mostrano le caratteristiche della superficie in cui è più probabile trovare ghiaccio, identificando le regioni più fredde, come le zone in ombra perpetua.
McClanahan ha spiegato che la maggiore concentrazione di ghiaccio si trova nelle aree in cui le temperature scendono sotto i 75 Kelvin (-198°C) e nei pendii orientati verso il polo all’interno dei crateri ombreggiati. Tuttavia, nonostante queste osservazioni, non è ancora possibile determinare con precisione il volume di ghiaccio presente o se questo sia coperto da uno strato secco di regolite.
Origine e conservazione del ghiaccio lunare
Il ghiaccio sulla Luna potrebbe essere stato depositato tramite l’impatto di comete e meteore, rilasciato come vapore dall’interno della Luna o formato attraverso reazioni chimiche tra l’idrogeno del vento solare e l’ossigeno presente nel suolo lunare.
I depositi di ghiaccio che si trovano in depressioni topografiche vicino ai poli lunari, sono aree che non vedono la luce solare da miliardi di anni e quindi rimangono estremamente fredde, permettendo la conservazione del ghiaccio.
Uno degli strumenti chiave utilizzati in questa ricerca è stato il Lunar Exploration Neutron Detector (LEND) a bordo dell’LRO. Il LEND è in grado di rilevare la presenza di ghiaccio misurando i neutroni che vengono generati quando raggi cosmici ad alta energia colpiscono la superficie lunare. Il numero di neutroni osservati diminuisce quando c’è una maggiore concentrazione di idrogeno, suggerendo la presenza di ghiaccio, poiché l’idrogeno e i neutroni hanno una massa simile, e una collisione tra di loro provoca una riduzione di energia.
Una nuova mappatura del ghiaccio sulla Luna che dimostra una diffusione così ampia e su tutta la superficie, apre nuove prospettive nell’esplorazione del nostro satellite. A gennaio 2025 è previsto il lancio, insieme al lander lunare Nova-C di Intuitive Machines, del satellite Lunar Trailblazer della NASA. Questo satellite avrà il compito di continuare lo studio e la mappatura dell’acqua sulla superficie lunare.
La ricerca completa si può trovare qui.
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