La NASA ha annunciato ieri, 17 settembre 2024, che il corpo principale del Nancy Grace Roman Space Telescope è stato ultimato, dopo anni di costruzione, installazione e collaudo.
Questo grande pezzo di hardware, in gergo tecnico chiamato “bus”, manovrerà l’osservatorio fino alla sua destinazione, il punto Lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole a 1.5 milioni di km da qui, e gli consentirà di funzionare una volta operativo.
Ora che l’assemblamento di tutti i pezzi che lo compongono è stato completato, gli ingegneri inizieranno a lavorare all‘integrazione di tutte le altre componenti principali dell’osservatorio, tra cui gli strumenti scientifici e lo stesso telescopio.
Il lancio di Roman, che sarà impiegato per lo studio di energia oscura, accelerazione cosmica e soprattutto di esopianeti, è attualmente previsto non prima di maggio 2027.
Dopo otto anni, il “bus” è pronto
Il “bus” del Roman, leggermente asimmetrico ed esagonale, è largo circa 4 metri, alto 2 e pesa 3800 kg. Peserebbe in realtà di più, ma alcuni componenti sono stati parzialmente svuotati, e la maggior parte di essi è comunque stata realizzata in materiali compositi resistenti, ma leggeri.
Ora, dopo otto anni di lavoro di progettazione, costruzione e collaudo da parte di centinaia di persone al Goddard Space Flight Center, che hanno lavorato con diversi fornitori, si è giunti infine alla conclusione di questa importante struttura, essenziale per il trasporto e la sopravvivenza del telescopio nello spazio.
Una tecnica per risparmiare tempo e denaro che il team ha ideato è stata la costruzione di un mockup del veicolo, chiamato unità di verifica strutturale. Ciò ha permesso loro di fare due cose contemporaneamente: completare il test di resistenza sul mockup, progettato specificamente per quello scopo, e assemblare il veicolo spaziale vero e proprio.
Anche la disposizione ideata per il corpo principale è stata pensata per potersi adattare a variazioni, essendo infatti progettata per essere modulare. Ciò ha anche aumentato l’efficienza, perché le persone potevano lavorare su diverse parti dell’autobus contemporaneamente senza interferire tra loro.
I prossimi passi per Roman
Una volta assemblato completamente il corpo principale, le cui componenti erano già state testate una per una, gli ingegneri hanno condotto un test completo delle prestazioni anche sull’intera unità, superato con successo.
Ora si stanno preparando all’installazione del carico utile: gli strumenti scientifici, il Wide Field Instrument e il Coronograph Instrument, e il telescopio stesso. Quest’ultimo avrà uno specchio primario del diametro di 2.4 metri, come quello di Hubble, ma con la capacità di operare in uno spettro più ampio oltre a ultravioletto e visibile, comprensivo del vicino infrarosso.
“L’anno prossimo testeremo questi sistemi insieme e inizieremo a integrare i componenti finali dell’osservatorio” ha affermato Missie Vess, ingegnere di sistema per Roman presso il Goddard.
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