La Francia ha annunciato il 16 settembre un programma di sorveglianza spaziale denominato Toutatis, con l’obbiettivo di migliorare la protezione e il monitoraggio dei suoi asset in orbita bassa terrestre (LEO). Questo progetto è guidato dall’Agenzia per l’Innovazione della Difesa Francese e la DGA (Direzione Generale dell’Armamento).
Al centro del programma Toutatis ci sono due satelliti: uno di monitoraggio chiamato LISA-1, sviluppato dalla startup francese U-Space, e un secondo satellite bersaglio più piccolo chiamato SPLINTER. Il progetto è realizzato in collaborazione con MBDA, multinazionale europea che sviluppa tecnologie militari.
Questi satelliti dimostreranno la capacità di rilevare, caratterizzare e, se necessario, neutralizzare le minacce spaziali. Spotter, un cubesat 12U, sarà in grado di identificare e tracciare oggetti nello spazio, condividendo immagini con un centro di comando a terra e impiegando un sistema laser per disabilitare eventuali minacce.
Nonostante non sia stata ancora annunciata una data di lancio specifica, i primi test sono previsti entro i prossimi due anni, con l’obiettivo di raggiungere l’orbita il prima possibile.
Il generale di brigata Philippe Adam, leader del comando spaziale francese, ha sottolineato l’importanza di una maggiore consapevolezza situazionale nello spazio. Il programma Toutatis si inserisce in un contesto più ampio, in cui la Francia è già impegnata nella sorveglianza in orbita geosincrona con il progetto Yoda, destinato a rilevare minacce contro i suoi satelliti.
Il programma riflette l’approccio della Francia che negli ultimi anni sta cercando di colmare le lacune tecnologiche in materia di sicurezza spaziale. L’obiettivo finale è quello di proteggere i satelliti militari e civili che operano fino a 36.000 chilometri dalla Terra, cioè dall’orbita terrestre bassa a quella geostazionaria.
Il programma Tautatis sarà testato durante le esercitazioni militari annuali come AsterX, che la Francia utilizza per migliorare la sua preparazione nella gestione delle minacce spaziali.
Qui si può leggere il comunicato dell’Agence de l’innovation de défence.
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