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Polaris Dawn: completata la prima attività extraveicolare privata della storia

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Settembre 12, 2024
in Esplorazione spaziale, News, Space economy, SpaceX
Il comandante della missione Polaris Dawn Jared Isaacman all'esterno della capsula Dragon Resilience, il 12 settembre 2024. Screenshot dalla live ufficiale di SpaceX.

Il comandante della missione Polaris Dawn Jared Isaacman all'esterno della capsula Dragon Resilience, il 12 settembre 2024. Screenshot dalla live ufficiale di SpaceX.

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Il 12 settembre 2024, Jared Isaacman e Sarah Gillis, due dei quattro astronauti della missione Polaris Dawn, sono usciti all’esterno della capsula Dragon Resilience. Questa “passeggiata spaziale”, meglio nota come attività extraveicolare (EVA), ha permesso a SpaceX di raggiungere importanti traguardi e stabilire nuovi primati.

Innanzitutto, hanno potuto verificare il funzionamento delle nuove tute sviluppate per la Dragon, una prima versione di quelle che, secondo l’azienda, permetteranno in futuro di esplorare la Luna e Marte. Le tute non sono autonome come quelle sulla ISS, quindi per tutta l’EVA sono rimaste collegate alla capsula mediante un cordone ombelicale posto sulla gamba destra.

Con questa EVA, inoltre, SpaceX ha stabilito un record per il maggior numero di persone esposte all’ambiente spaziale. Depressurizzando la Dragon e aprendo il portellone, infatti, tutti e quattro gli astronauti sono stati esposti al vuoto.

La preparazione all’EVA

La preparazione a questa attività è iniziata quasi subito dopo il lancio, avvenuto il 10 settembre alle 11:23 italiane. Durante le prime fasi di volo, hanno iniziato a ridurre la pressione all’interno della Dragon, aumentando la concentrazione di ossigeno. Questa operazione ha consentito agli astronauti sia di abituarsi a una minore pressione sia di eliminare la concentrazione di azoto nel flusso sanguigno. Ciò è necessario per evitare l’insorgere di malattie da decompressione.

Prima di procedere con l’EVA, la capsula Resilience ha dovuto modificare la sua orbita. Il Falcon 9, infatti, ha rilasciato la capsula su un’orbita di 190 km x 1200 km, e il suo apogeo è successivamente stato innalzato a 1408.1 km, mantenuta per sei orbite attorno alla Terra. Successivamente, la Dragon ha abbassato il suo apogeo, arrivando a 700 km di altezza.

La preparazione finale per l’EVA è iniziata con la vestizione degli astronauti, che hanno indossato le stesse tute con cui erano partiti. Hanno quindi effettuato diversi controlli per verificare che non ci fossero perdite, per poi assicurarsi ai loro sedili e iniziare a pressurizzare le tute. Questa operazione viene eseguita utilizzando solamente ossigeno.

L’equipaggio ha poi eseguito ulteriori verifiche sulle tute, dopodiché ha proceduto con la rimozione dell’aria nella cabina della Dragon. Completata anche questa operazione, gli astronauti hanno finalmente potuto aprire il portellone della Resilience.

Passeggiare nello spazio

Il portellone della Dragon è stato aperto alle 12:49 italiane e il primo astronauta a uscire, qualche minuto dopo, è stato il comandante della missione, Jared Isaacman. Per agevolare i movimenti, SpaceX ha installato nel nose cone della Dragon un corrimano chiamato Skywalker.

All’esterno, Isaacman ha effettuato alcuni test di mobilità della sua tuta, verificando il suo comportamento in condizioni di vuoto. Uno dei principali problemi che affligge questo tipo di tute, infatti, è la loro rigidità a seguito della pressurizzazione. SpaceX ha dovuto realizzare diversi giunti, posizionati ad esempio sulle spalle e sui gomiti, per permettere agli astronauti di muoversi agilmente.

 

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L’EVA di Isaacman è durata circa 12 minuti, dopodiché ha dato il cambio a Sarah Gillis, che ha eseguito le stesse operazioni. Anche la sua EVA è durata circa 12 minuti, prima di rientrare nella Dragon e richiudere il portellone alle 1:17 italiane.

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Tags: DragonEVASpaceXtute

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