Il 31 maggio, la Dragon Freedom, utilizzata per la missione Ax-2, è ammarata con successo al largo della Florida, concludendo la seconda spedizione completamente privata sulla Stazione Spaziale Internazionale. Con la partenza di questa capsula, sulla ISS si è liberato il portellone di attracco che presto sarà occupato da un’altra Dragon, questa volta in versione cargo.
Alle 17:47 del 5 giugno infatti, dal complesso di lancio 39A, è decollata una capsula di SpaceX per rifornire la ISS. A bordo della Dragon ci sono sia viveri per gli astronauti che nuovi esperimenti, mentre nella sezione non pressurizzata si trovano due nuovi pannelli solari. Si tratta della missione numero 28 del Commercial Resupply Services (CRS-28) gestito da SpaceX.
L’attracco della Dragon è previsto alle 11:50 del 6 maggio. Farà poi ritorno sulla Terra tra circa un mese. È possibile che la durata della missione possa essere estesa, per agevolare le operazioni per l’installazione dei nuovi pannelli solari. In questo lasso di tempo, gli astronauti della ISS dovranno scaricare i 3304 kg di rifornimenti trasportati dalla Dragon.
Inizia la missione CRS-28: una nuova capsula Dragon, in versione cargo, è diretta verso la ISS con rifornimenti e una nuova coppia di pannelli solari.
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— AstroSpace.it (@AstrospaceI) June 5, 2023
Per questo lancio, SpaceX ha riutilizzato nuovamente il Falcon 9 con numero di serie B1077, un booster che ha così volato per la quinta volta, di cui quattro solamente in questo 2023. Il booster è poi atterrato con successo sulla chiatta A Shortfall Of Gravitas. Per la terza volta, SpaceX ha anche utilizzato la versione del motore Merlin ottimizzato per il vuoto con un ugello di scarico più corto.
Anche la Dragon è riutilizzata, al suo quarto volo e già utilizzata con le missioni di rifornimento numero 21, 23 e 25. Circa 27 ore prima della partenza della Cargo Dragon, dal SLC-40 di Cape Canaveral era decollato inoltre un altro Falcon 9 con a bordo 22 Starlink V2 Mini. Sono così 38 le missioni completate con successo in questo 2023.
La terza coppia di pannelli iROSA
Il 28 aprile, gli astronauti Sultan Al Neyadi e Steve Bowen hanno completato un’attività extra-veicolare (EVA) preparatoria all’installazione sulla ISS dei nuovi pannelli solari. Si chiamano iROSA (ISS Roll Out Solar Array) e attualmente ne sono già stati installati quattro. Con la missione CRS-28 arriverà la terza coppia.
Una delle principali caratteristiche di questi pannelli è il meccanismo di apertura. Gli iROSA infatti, non sono composti da diversi pannelli rigidi ma sono formati da un unico elemento srotolabile. Anche la sonda DART ha utilizzato pannelli solari di questo tipo.
I nuovi materiali e le tecnologie sviluppate per gli iROSA, permetto a ognuno di questi pannelli di generare più di 20 kilowatt di elettricità, incrementando la produzione di energia elettrica totale della ISS del 30%.
Dragon separation confirmed; autonomous docking with the @space_station on Tuesday, June 6 at ~5:50 a.m. ET pic.twitter.com/z0EHw0jzrS
— SpaceX (@SpaceX) June 5, 2023
Il traffico di Dragon sulla ISS
Affinché il braccio robotico della ISS sia in grado di estrarre gli iROSA dalla Dragon, è necessario che la capsula attracchi al portellone posto allo zenit. Nell’ultimo mese, la NASA ha dovuto quindi gestire il traffico verso la Stazione Spaziale per arrivare ad avere libero questo attracco per capsula cargo. Il 6 maggio, la Dragon della missione Crew-6 ha dovuto effettuare uno spostamento proprio per liberare questo portellone.
A bordo della capsula di SpaceX vi erano anche nuovi esperimenti e strumenti scientifici. Tra questi, diversi strumenti che verranno utilizzati per osservare la Terra e meglio comprenderne i meccanismi che regolano il clima. Una camera sviluppata dall’ESA servirà per osservare i temporali dallo spazio, con l’esperimento Thor-Davis. Il Cubesat Nanoracks Essence, una volta rilasciato dalla ISS, servirà a monitorare lo scioglimento dei ghiacci.
Continua anche la sperimentazione sulla coltivazione delle piante in orbita. Tramite un nuovo esperimento, testeranno se l’adattabilità alla microgravità viene trasmesso anche alle generazioni successive.
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