Stanno orbitando attorno alla Terra tre piccoli satelliti realizzati a Imola da Spacemind, la divisione spaziale dell’azienda New Production Concept (NPC). Nata nel 2002, inizialmente NPC si occupava della realizzazione di macchine industriali per il packaging. Successivamente ha iniziato a espandere i propri orizzonti, fino alla creazione di una divisione per il settore spaziale nel 2013.
Ora Spacemind festeggia il successo di due diverse missioni, per un totale di tre satelliti in orbita, lanciati tra la fine di novembre e l’inizio di gennaio. Nicolò Benini, marketing manager di NPC Spacemind, ha così commentato:
“Siamo davvero entusiasti dei primi risultati di queste nuove missioni in orbita, che consentono di confermare la nostra azienda come un fornitore di servizi chiavi-in-mano per la produzione, il lancio e il rientro di cubesat per progetti di tipo commerciale o scientifico”
L’azienda realizza diversi componenti per satelliti come strutture, pannelli solari e power unit. Oltre a queste, è possibile acquistare anche cubesat già ultimati, al cui interno è possibile collocare strumenti ed esperimenti. La versione più piccola commercializzata, che misura 3U (10 x 10 x 30 cm), ha un costo di circa 20.000 euro.
Solitamente i cubesat, per via delle loro dimensioni, sono sprovvisti di sistema propulsivo e ciò comporta che, portato a termine il loro compito, continuino a viaggiare in orbita come detrito spaziale. Spacemind ha quindi sviluppato una “vela” chiamata Artica. Dispiegata al termine della vita operativa, Artica occupa un’area di circa 2 metri quadrati e permette di sfruttare il sottile strato di atmosfera ancora presente in orbita bassa per rallentare e deorbitare il satellite.
Cultura e tecnologia
Il primo di questo terzetto di satelliti giunti nello spazio si chiama DanteSat, ed è stato rilasciato in orbita dalla Stazione Spaziale Internazionale. Per raggiungerla, il satellite ha viaggiato a bordo della capsula Dragon di SpaceX durante la missione CRS-26. Il cubesat porta il nome del poeta toscano, in quanto è stato realizzato proprio per celebrare il 700esimo anniversario dalla sua morte. Sulla struttura del cubesat di 3U è incisa una frase della Divina Commedia, mentre la radio di bordo trasmette sulla Terra i primi versi dell’opera. Si tratta di un progetto promosso da Human Space Services per la casa editrice bolognese Scripta Maneant.

Gli altri due cubesat prendono il nome di Futura-SM1 e Futura-SM3. Il loro arrivo in orbita è stato differente rispetto al DanteSat, in quanto erano due dei 114 satelliti a bordo del Falcon 9 per la missione Transporter-6, e si trovavano all’interno di uno ION dell’azienda italiana D-Orbit. I Futura sono due dimostratori tecnologici, utilizzati da Spacemind per collaudare nello spazio diversi strumenti.
Il compito di Futura-SM1, un cubesat dalle dimensioni di 3U, era quello di testare sia il sistema di produzione di energia, che le antenne dispiegabili e la vela spaziale. Inoltre, a bordo vi era anche il computer di bordo OBC sviluppato dal partner Apogeo Space, altra azienda italiana attiva nel campo spaziale. Futura-SM3 invece, è un satellite più grande, che misura 6U (solitamente 10 x 20 x 30 cm), con il compito di testare una vela Artica dalle dimensioni maggiori.
Per l’immissione nello spazio di questi due satelliti, Spacemind ha utilizzato il sistema di rilascio chiamato SMPod, realizzato dalla stessa azienda.
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