SpaceX chiude il 2022 completando con successo 61 missioni, quasi il doppio rispetto alle 31 effettuate l’anno precedente. Con quest’ultimo lancio l’azienda ha portato in orbita il satellite dell’azienda israeliana ImageSat International (ISI). Il satellite si chiama EROS-C3 e il suo obbiettivo è ottenere immagini ad alta risoluzione della Terra. Per lo sviluppo del satellite, ISI ha lavorato a fianco di e-GEOS, società italiana costituita da Telespazio (80%) e ASI (20%).
Il lancio è avvenuto dalla base militare di Vandenberg, in California, alle 8:38 del 30 dicembre, secondo il fuso orario italiano. In media, abbiamo assistito in questo 2022 a un lancio di SpaceX ogni 5,96 giorni, e per il 2023 l’obbiettivo dichiarato è di 100 missioni. Anche in questa occasione, SpaceX ha usato un Falcon 9 riutilizzato, il booster con numero di serie B1061, che ha volato per l’undicesima volta.
La costellazione israeliana per l’imaging
EROS-C3 fa parte della nuova versione di satelliti sviluppati da ISI chiamata EROS-NG (Next Generation), per l’osservazione terrestre ad alta risoluzione. Entro i 2026 ISI punta ad avere in orbita una piccola costellazione composta da 6 satelliti. Quattro di questi saranno gli EROS (Earth Resources Observation Satellite) della serie C per osservazione ottiche e multispettrali. Questi saranno poi affiancati da due satelliti che sfruttano la tecnologia SAR (Radar ad Apertura Sintetica), chiamati EROSAR.
EROS-C3 è un satellite alto 4,58 m e con una massa di 400 kg, che orbiterà attorno alla Terra a circa 510 km di altezza. Viaggerà in senso contrario rispetto alla rotazione terrestre, su quella che viene definita orbita retrograda. Il satellite ha una risoluzione di 30 cm per pixel per le immagini pancromatiche e una di 60 cm per pixel per quelle multispettrali. Queste immagini verranno utilizzate principalmente dal dipartimento della difesa israeliano.
La struttura principale di EROS-C3 è basata sull’OPTSAT-3000, un satellite militare italiano realizzato da Telespazio e l’Israel Aerospace Industries (IAI). La IAI è un’azienda interamente controllata dal governo israeliano e detiene anche una quota in ISI. Fondata nel 1997, nel corso degli anni la partecipazione da parte del governo ha causato diversi scontri tra i diversi investitori e l’azienda.
Deployment of @ImageSatIntl EROS C-3 confirmed pic.twitter.com/J7KORv5lha
— SpaceX (@SpaceX) December 30, 2022
Finalmente decolla il Falcon 9 B1061
L’undicesima missione del booster B1061 sarebbe dovuta essere quella classificata come Starlink-2.4, programmata per il 18 novembre. Prima del lancio SpaceX aveva eseguito uno static fire test, per collaudare i diversi sistemi del suo vettore. Le accensioni statiche dei Falcon 9 sono ormai eventi alquanto rari e avvengono solamente in determinate condizioni. Non ci sono dichiarazioni da parte dell’azienda, ma è possibile che abbiano dovuto effettuare diversi lavori di manutenzione, come la sostituzione di più motori Merlin. Eseguita quella prova e analizzati i dati, SpaceX aveva infatti deciso di rinviare il lancio per effettuare maggiori controlli.
Falcon 9’s first stage has landed on Landing Zone 4 pic.twitter.com/kEAYITOoQX
— SpaceX (@SpaceX) December 30, 2022
Da allora non si è più saputo nulla né della missione né del B1061, fino a quest’ultimo lancio. Durante questo periodo altri Falcon 9 usati sono stati tenuti a terra, probabilmente per evitare che il problema al B1061 fosse presente anche in altri booster.
Con l’undicesimo decollo e successivo atterraggio di questo primo stadio, SpaceX ha dimostrato di aver risolto tutti i problemi dei suoi vettori. Dopo il decollo, il B1061 è atterrato con successo sulla Landing Zone 4, situata a pochi metri dal pad di lancio. È la dodicesima volta in questo 2022 in cui assistiamo al rientro diretto sulla terraferma di un Falcon 9.
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