Per la terza volta, in poco più di un mese, SpaceX ha portato in orbita un satellite per conto della società francese Eutelsat. Il primo è stato l’Hotbird 13F a metà ottobre, seguito poco dopo dal satellite gemello Hotbird 13G a inizio novembre. Il terzo si chiama Eutelsat 10B e anche questo servirà per fornire servizi di telecomunicazione. A differenza dei due precedenti, utilizzati principalmente per la trasmissione di canali televisivi, Eutelsat 10B avrà il compito di gestire le comunicazioni aeree e navali.
La missione ha avuto luogo dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral, quando in Italia erano le 3:57 del 23 novembre. Il lancio sarebbe dovuto avvenire 24 ore prima ma le condizioni meteo hanno costretto SpaceX a rimandare.
Il satellite ha raggiunto l’orbita grazie al Falcon 9 con numero di serie B1049, che ha volato per l’ultima volta. SpaceX infatti, anche in questo caso, non ha recuperato il primo stadio, a causa dei parametri della missione. Inizialmente il satellite di Eutelsat avrebbe dovuto viaggiare a bordo di un Ariane 5, ma successivamente è stato scelto il vettore dell’azienda di Musk.
Deployment of Eutelsat 10B confirmed pic.twitter.com/2TwjY8ObzS
— SpaceX (@SpaceX) November 23, 2022
Si tratta della terza volta in questo 2022 in cui non assistiamo al rientro di un booster, su un totale di 53 lanci. Poco meno di 10 giorni prima la partenza di Eutelsat 10B, SpaceX aveva perso intenzionalmente un altro Falcon 9, con la missione Galaxy 31 & 32. Prima ancora, anche il booster centrale del Falcon Heavy non ha potuto fare ritorno, ma in quell’occasione abbiamo assistito al rientro dei due booster laterali.
Lo Spacebus Neo di Thales Alenia Space
Eutelsat ha affidando la costruzione di questo satellite a Thales Alenia Space a ottobre del 2019. La joint venture italo-francese ha sviluppato Eutelsat 10B basandosi sulla nuova piattaforma Spacebus Neo, sviluppata grazie a una collaborazione tra ESA e agenzia spaziale francese. Anche gli Hotbird 13F e 13G erano basati su un nuovo bus satellitare nato da questa collaborazione, ma sviluppato da Airbus e chiamato Eurostar Neo.
Queste nuove piattaforme consentono la rapida realizzazione di satelliti, grazie alla loro modularità, in quanto il corpo principale comprende già tutti i sistemi essenziali. Tra questi i pannelli solari e il sistema propulsivo elettrico, utilizzato sia per raggiungere l’orbita finale che per mantenerla nel corso della vita operativa, stimata sui 15 anni.
I supporti dei motori dello Spacebus Neo, e quindi anche di Eutelsat 10B, sono stati sviluppati e realizzati dalla stessa Thales Alenia Space. Il bus si chiama ETHM (Electrical THruster Mechanism) ed è un complesso sistema che sfrutta produzione additiva per creare una struttura leggera ma allo stesso tempo resistente. L’ETHM ha il delicato compito di direzionare i motori per effettuare tutte le manovre correttive necessarie al funzionamento del satellite.
Ogni Spacebus Neo è dotato di 4 ETHM in titanio e ognuno di essi viene realizzato da Thales Alenia Space in Marocco. Questa divisione ha proprio il compito di occuparsi dell’utilizzo e dello sviluppo della stampa 3D.
Eutelsat 10B andrà a sostituire il vecchio Eutelsat 10A, lanciato nel 2009 e ormai prossimo alla pensione. La sua particolare posizione, 10° Est, permette di coprire una vasta area che va dall’America all’Asia.
Distrutto anche il più vecchio Falcon 9
Affinché il satellite di Eutelsat risparmi carburante da utilizzare poi in futuro è necessario che il vettore gli fornisca molta spinta, per rilasciarlo molto vicino all’orbita di destinazione. Per fare questo, il primo stadio del Falcon 9 ha dovuto utilizzare tutto il suo propellente, non avendone più per il rientro.
Il B1049 era il booster operativo più vecchio all’interno della flotta di SpaceX, in quanto il suo primo volo risale a settembre del 2018. È stato il terzo Falcon 9 Block 5, ovvero l’ultima versione del vettore, a completare una missione. Nonostante anche i più recenti Falcon 9 siano identificati come Block5, portando con sé diverse migliorie rispetto ai primi modelli. La stessa NASA ha dichiarato che SpaceX è riuscita a rendere ancora più sicuri i suoi vettori.
Tra i dieci lanci precedenti effettuati con il B1049, solo due erano per conto di aziende terze. Le altre otto missioni sono servite per portare in orbita i satelliti Starlink, tra cui i primi 60 utilizzati per effettuare dei test in orbita.
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— SpaceX (@SpaceX) November 23, 2022
Era inoltre dal 2018 che non vedevamo un Falcon 9 interamente bianco, fuliggine a parte. SpaceX infatti ha sostituito il caratteristico interstadio nero, in materiale composito, con un modello precedente, un “resto di magazzino”. L’intestage originale del B1049 lo hanno utilizzato con il B1052, per trasformarlo da booster laterale del Falcon Heavy e vettore singolo.
SpaceX completa così la sua missione numero 53 del 2022, mentre gli atterraggi rimangono fermi a quota 52. La media dei giorni trascorsi tra un lancio e il successivo torna a salire, arrivando a un valore pari a 6,17 giorni. Ciò è dovuto però a una variabile che SpaceX non può controllare, ovvero il maltempo, che ha causato diversi rinvii.
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