Un team internazionale di ricercatori ha individuato tre nuovi asteroidi della classe Near Earth Asteroids, NEA. Questi sono gli asteroidi facenti parte della categoria dei NEO (Near Earth Asteroids) che comprende tutti gli oggetti nello spazio che si prevede intersechino la traiettoria del nostro pianeta. Se questo intersecarsi avvenisse quando in quel punto si trova la Terra, lo schianto sul nostro pianeta è assicurato.
La maggior parte degli asteroidi NEA sono di piccole dimensioni, e anche in caso di schianto si distruggerebbero nell’atmosfera. Se abbastanza grandi e se è previsto che possano avvicinarsi alla Terra, rientrano però nella sotto categoria degli asteroidi potenzialmente pericolosi (PHO). Finora sono stati scoperti quasi 30 mila NEA, mentre oltre 2200 sono quelli potenzialmente pericolosi.
Questi nuovi tre asteroidi sono finora rimasti nascosti nel bagliore del Sole e solo uno di essi è un oggetto potenzialmente pericoloso, dato il suo diametro di 1.5 km e la sua particolare orbita. Per scoprirli i ricercatori hanno sfruttato le immagini scattate al crepuscolo dalla Dark Energy Camera (DECam), strumento montato sul telescopio Victor M. Blanco da 4 metri dell’Osservatorio Interamericano Cerro Tololo in Cile e parte del programma NSF di NOIRLab.
I tre NEA farebbero parte di una popolazione di asteroidi del Sistema Solare interno, nascosti all’interno delle orbite della Terra e di Venere. Uno dei tre oggetti è il più grande oggetto potenzialmente pericoloso per la Terra che sia stato scoperto negli ultimi 8 anni. Come vediamo nell’infografica poco sopra, i NEO con diametro superiore a 1km si stimavano essere scoperti per il 95%. L’osservazione di uno di essi è quindi una notizia importante.
A caccia di asteroidi al crepuscolo
Purtroppo è molto difficile trovare asteroidi appartenenti a queste popolazioni, poiché il bagliore del Sole compromette le osservazioni. Gli astronomi hanno quindi utilizzato la DECam approfittando delle deboli ma favorevoli condizioni osservative durante il crepuscolo.
Il primo dei tre asteroidi individuati dalla DECam, denominato 2022 AP7, è largo ben 1,5 chilometri e ha un’orbita potenzialmente pericolosa per la Terra. Per la sua grandezza viene detto planet killer. Gli altri due, 2021 LJ4 e 2021 PH27, hanno orbite completamente interne a quella terrestre, e non costituiscono un pericolo futuro per il nostro Pianeta.
Di questi tre oggetti, 2021 PH27 è l’asteroide conosciuto più vicino al Sole. Come tale, subisce gli effetti dell’attrazione gravitazionale della nostra stella ospite più di qualsiasi altro corpo appartenente al Sistema Solare. Durante la sua orbita, la sua superficie diventa talmente calda da poter fondere il piombo.
Anche 2022 AP7, tuttavia, è d’interesse per gli scienziati, anche se per altri motivi. Ha una dimensione decisamente importante, che lo rende un cosiddetto planet killer. Va monitorato e le possibili variazioni nella sua orbita saranno oggetto di controllo in futuro. Scott S. Sheppard, astronomo presso l’Earth and Planets Laboratory of the Carnegie Institution for Science e autore principale dello studio, ha affermato:
Ci sono probabilmente solo pochi NEA con dimensioni simili rimasti da trovare. Questi grandi asteroidi non scoperti prima probabilmente hanno orbite che li mantengono interni a quelle della Terra e di Venere per la maggior parte del tempo.
Nel video seguente, un recap della scoperta. Credits: DOE/FNAL/DECam/CTIO/NOIRLab/NSF/AURA/J. da Silva/Spaceengine, D. Munizaga, T. Puzia (PUC), NASA, ESA/Hubble/L. Calçada/M. Kornmesser, N. Bartmann
Perché non erano stati visti prima?
Nonostante la caccia agli asteroidi al crepuscolo sia un escamotage da non sottovalutare, trovare asteroidi nel Sistema Solare interno resta una sfida osservativa scoraggiante. Gli astronomi hanno solo due brevi finestre di 10 minuti ogni notte per esaminare quest’area, e devono fare i conti con un cielo di sfondo luminoso derivante dal bagliore solare. Sheppard ha spiegato: “Solo circa 25 asteroidi con orbite completamente all’interno dell’orbita terrestre sono stati scoperti fino ad oggi, a causa della difficoltà di osservare vicino al bagliore del Sole”.
Inoltre, tali osservazioni sono molto vicine all’orizzonte: gli astronomi devono osservare attraverso uno spesso strato di atmosfera terrestre, che può offuscare e distorcere le loro osservazioni. Se questo è impegnativo per i telescopi terrestri, è d’altra parte impossibile per i telescopi ottici/infrarossi spaziali come Hubble e il James Webb: l’intensa luce e il calore del Sole ne brucerebbero l’elettronica. Per questo motivo, sia Hubble che Webb sono sempre puntati lontano dal Sole.
Le capacità osservative uniche di DECam, con uno dei più performanti sensori CCD a largo campo al mondo, hanno invece offerto agli astronomi la possibilità di catturare vaste aree di cielo con grande sensibilità. Nel caso della caccia ai NEA, riuscire ad effettuare osservazioni in grado di rilevare oggetti deboli ad ampio campo è indispensabile. Infatti, gli asteroidi interni sono rari e debolmente visibili, oltre che nascosti dalla luce del Sole e dall’effetto distorsivo dell’atmosfera terrestre.
Prospettive future della ricerca di asteroidi
Questa ricerca non solo ha rilevato un altro asteroide potenzialmente pericoloso per il pianeta Terra, ma costituisce anche un passo importante verso la comprensione di come sono distribuiti i corpi minori nel nostro Sistema Solare.
Gli asteroidi più lontani sono più facili da rilevare, perciò spesso tendono a dominare gli attuali modelli teorici sulla distribuzione dei corpi minori. I NEA invece mancano ancora in gran parte all’appello, e più se ne individuano, più i modelli possono essere migliorai.
La rilevazione di questi oggetti permette anche agli astronomi di capire come gli asteroidi vengono trasportati attraverso il Sistema Solare interno, e come le interazioni gravitazionali e il calore del Sole possono contribuire alla loro frammentazione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista The Astronomical Journal, è reperibile qui.
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