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La Startup Firefly è arrivata in orbita per la prima volta, con il vettore Alpha

Nicolò Bagno di Nicolò Bagno
Ottobre 1, 2022
in News, Nuove imprese, Space economy
Il vettore Alpha poco prima del lancio. Credits: EveryDay Astronaut/Firefly

Il vettore Alpha poco prima del lancio. Credits: EveryDay Astronaut/Firefly

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Alle ore 09:01 italiane, dallo spazioporto di Vanderberg, in California, è decollato con successo per la prima volta il razzo Alpha della startup texana Firefly. Il successo arriva dopo un primo sfortunato tentativo del 2021 quando uno motori del primo stadio si spense dopo solo 15 secondi dalla partenza, portando il razzo a perdere il controllo poco dopo. 

A bordo della seconda missione di Alpha erano presenti alcuni cubesat per una massa totale di 35 kg. Tra questi, il più importante è TES-15, un satellite di soli 3U sviluppato dal Ames Research Center della NASA. Si tratta di un satellite per lo studio di una tecnica di deorbiting e il trasferimento di dati in ambiente spaziale. Gli altri due cubesat fanno parte di progetti educativi. Il primo è chiamato Serenity, sviluppato dall’associazione “Teachers in Space”. Il secondo invece è chiamato Picobus e si tratta di un piccolo satellite di telecomunicazioni di un progetto open source.

Alpha, una nuova generazioni di lanciatori 

Il successo del volo di Alpha inaugura la stagione dei nuovi piccoli lanciatori con una capacità di oltre una tonnellata in orbita bassa terrestre. I prossimi mesi saranno infatti densi di molteplici lanci inaugurali da parte di diverse startup che hanno lavorato nel corso degli ultimi cinque anni ad una grande varietà di piccoli lanciatori. 

Alto poco meno di 30 m, Alpha è un razzo con architettura classica che presenta due stadi, propulso da cinque motori a RP-1 e ossigeno liquido a ciclo tap-off e un carico utile in orbita terrestre bassa di 1000 kg. Questo particolare ciclo di combustione è una variazione del più classico gas generator, impiegato dalla stragrande maggioranza delle aziende del settore. Il successo di Alpha segna quindi il primo successo per questi motori verso l’orbita. Precedentemente solo Blue Origin aveva adattato un design simile, tuttavia lo ha fatto solo per il New Shepard che è un razzo suborbitale. 

La separazione fra il primo e secondo stadio di Alpha. Credits: EveryDay Astronaut/Firefly
La separazione fra il primo e secondo stadio di Alpha. Credits: EveryDay Astronaut/Firefly

Un anno di problemi legali 

Il ritorno al lancio da parte di Firefly è un punto di svolta dopo un anno passato a riorganizzare l’azienda a seguito del primo lancio fallito, ma soprattutto a causa di problemi legali. Infatti, fino all’inizio del 2022 la proprietà delle quote di maggioranza di Firefly erano di Max Polyakov, un imprenditore ucraino. Questo fatto aveva spinto le autorità americane a togliere i permessi di lancio all’azienda in quanto ritenuto rischioso per la sicurezza nazionale.

A seguito della perdita dei permessi, Polyakov, non senza proteste, ha ceduto gradualmente tutte le sue quote al gruppo americano AEI, nel febbraio 2022. Da allora Firefly ha gradualmente risolto tutti i problemi di natura burocratica e si è riorganizzata cambiando anche il CEO che oggi è Bill Weber. 

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Tags: AlphaFireflyFirefly AerospaceStartup

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