Dopo una lunga attesa finalmente la Federal Aviation Administration ha rilasciato il 13 giugno l’analisi d’impatto ambientale di Starbase. L’agenzia americana ha analizzato in dettagli i rischi per l’ambiente causati sia dalle strutture di SpaceX che dai lanci. La FAA ha dichiarato che SpaceX dovrà effettuare 75 operazioni correttive per rientrare nei parametri richiesti ma potrà comunque effettuare i test sui diversi prototipi. L’obbiettivo di SpaceX di questo mese è riuscire a completare diverse accensioni dei motori Raptor montati sul Super Heavy.
Da ora in avanti a Starbase vedremo intensificarsi i test rispetto a quanto accaduto negli ultimi mesi, in visto del primo lancio orbitale. Prima di arrivare a questa importante prova ci sono ancora molti elementi da collaudare e c’è quindi la possibilità che ciò avvenga anche l’anno prossimo.
Nel frattempo ha fatto il suo ritorno al pad di lancio il Booster 7, che porta con se molte novità. SpaceX ha effettuato un’importante prova anche sulla Ship 24, mentre proseguono velocemente anche i lavori in Florida. Ecco cosa è accaduto nel mese di giugno a Starbase.
Un Super Heavy con così tanti Raptor non si era mai visto
Dopo circa un mese di permanenza all’interno della Mega Bay, il Booster 7 ha lasciato nuovamente il sito di costruzione il 23 giugno, per raggiungere il pad orbitale. Non appena è uscito dall’enorme edificio è stato possibile osservare le modifiche e le aggiunte fatte a questo prototipo di Super Heavy.
In primo luogo, il Booster 7 è il primo che monta 33 motori Raptor 2. Questi ultimi sono la nuova versione dei motori, più “snelli” e performanti rispetto a quella precedente. Con il Booster 4 avevamo visto il Super Heavy dotato di 29 Raptor, 20 che formavano un anello esterno e 9 centrali.
Sul Booster 7 SpaceX ha modificato unicamente il numero di motori centrali, che ora è passato a 13 e che sono gli unici in grado di muoversi e direzionare la spinta. Gli operai hanno anche installato le protezioni dei motori, per proteggere il corpo principale dei Raptor lasciando libero solamente l’ugello.
New upgraded grid fin design.
"will make reentry performance much better, so we'll be able to actually come in at a lower velocity and get higher precision when we're coming in for the tower catch" – Joe Petrzelka (head of booster engineering@Erdayastronaut latest video pic.twitter.com/6v7LqK3yhq— RGV Aerial Photography (@RGVaerialphotos) May 15, 2022
Oltre ai Raptor, gli operai hanno installato anche altre due superfici aerodinamiche triangolari, arrivando così a un totale di quattro di queste componenti. Hanno la doppia funziona di aumentare la resistenza aerodinamica durante la fase di rientro e proteggono i serbatoi in materiale composito, i COPV. Hanno poi installato anche altre coperture, più basse e più larghe. Queste servono principalmente a proteggere alcune componenti, come le centraline idrauliche.
Mentre si trovava nella Mega Bay il Booster 7 ha ricevuto anche le sue quattro grid fins, le griglie utilizzate per controllare la discesa. Anche queste sono componenti modificate rispetto quelle viste sui precedenti prototipi. Sebbene le dimensioni siano le stesse, quelle nuove hanno una griglia più fitta. Stando alle parole di Musk queste griglie sono elementi su cui i progettisti stanno ancora discutendo. Vi è la possibilità in futuro che il loro numero diminuisca.
L’arrivo sul pad orbitale
Rispetto a quanto accaduto in precedenza, SpaceX ha utilizzato i bracci di Mechazilla, chiamati Chopstick, per sollevare il Booster 7 e posizionarlo sul pad. Avevamo già visto questi bracci entrare in azione nei mesi scorsi, ma solamente con la Starship. In questa occasione invece, Mechazilla ha sollevato il suo primo Super Heavy.
Una volta giunto sul pad i tecnici hanno iniziato i primi controlli preliminari che porteranno poi all’avviamento di tutti e 33 i motori Raptor. È probabile che SpaceX deciderà di procedere per gradi, effettuando prima molti test con un numero sempre maggiore di motori. È anche possibile che prima di un’accensione completa SpaceX procederà all’avviamento dei soli preburner, come effettuato anche in passato con le diverse Starship.
Sarà anche un’importante prova per tutte le infrastrutture di terra, in quanto attualmente il pad orbitale non è mai stato utilizzato per gli static fire. SpaceX arriverà così al collaudo di alcuni importanti elementi come i diversi sistemi di rifornimento, il sound suppression system o il quick disconnect. Questo è un dispositivo dal quale passano le diverse tubazioni per il rifornimento del Super Heavy e che si sgancia pochi istanti prima dell’avviamento dei motori.
I primi Starlink dentro una Starship (?)
Come abbiamo visto negli articoli precedenti, la Ship 24 è il primo prototipo dotato di fessura per collocare i nuovi satelliti Starlink nella baia di carico. La Starship avrà infatti un ruolo fondamentale per il futuro della costellazione, in quanto i nuovi satelliti, a causa delle dimensioni, potranno essere trasportati solo con il nuovo vettore.
Per inserire gli Starlink all’interno della Starship SpaceX ha dovuto progettare un apposito dispenser, che ha collaudato la prima volta l’1 luglio. Questo speciale container è dotato di un “vassoio” azionato elettricamente che porta i satelliti all’interno della baia, passando per la piccola apertura sulla Starship.
![starship starlink](https://www.astrospace.it/wp-content/uploads/2022/07/twitter_FWjHge9XkAUsF9E-scaled.jpg)
Per fare questo, il container è stato sollevato all’altezza della fessura per poi iniziare i collaudi. Purtroppo non è stato possibile vedere se SpaceX abbia utilizzato effettivamente dei satelliti oppure si sia limitata al controllo del corretto funzionamento dei carrelli e dei vari meccanismi. L’azienda ha sempre mantenuto un certo alone di mistero sugli Starlink, tanto che non sono mai stati mostrati singolarmente nel dettaglio. Per quanto riguarda gli Starlink 2, ovvero la nuova versione, si ha solo qualche dettaglio sulla dimensione. Saranno larghi 7 metri e con una massa di 1,25 tonnellate l’uno.
In futuro potremmo riuscire a intravedere più nel dettaglio questa operazione di caricamento, che attualmente sembra possibile solo al sito di costruzione. SpaceX potrebbe anche sviluppare un sistema per caricare i satelliti direttamente al pad, velocizzando così le operazioni per la preparazione al lancio. Un ulteriore collaudo è avvenuto con il portellone della Starship, che ha impiegato circa due minuti a chiudersi dopo il primo test di caricamento.
Le modifiche alla Ship 24
A inizio giugno la Starship numero 24 si trovava sul pad A per alcuni test di pressurizzazione a temperature criogeniche. Il 9 giugno la Ship 24 ha invece fatto nuovamente ritorno al sito di costruzione, dove gli operai l’hanno collocata all’interno dell’High Bay. Così come per il Booster 7, anche su questa Starship gli operai hanno installato i nuovi motori Raptor 2. Il loro numero non è ancora cambiato rispetto alle ultime dichiarazioni di Musk. La Ship 24 monta quindi tre Raptor ottimizzati per il volo in atmosfera e tre utili a viaggiare nel vuoto, per un totale di sei motori.
33 Raptor engines installed on the Booster, 6 on the Ship pic.twitter.com/l7K6rH96qa
— SpaceX (@SpaceX) July 2, 2022
SpaceX ha aggiunto alla Starship del materiale isolante che si estende oltre le mattonelle che compongono lo scudi termico. Probabilmente si tratta di una aggiunta che permette d’isolare meglio teoricamente i serbatoi, soprattutto nella fase di rientro. Sul nose cone della Starship gli operai hanno anche scritto il numero di serie del prototipo. Si può leggere infatti “S24”, identificando così facilmente le diverse Starship ora che stanno diventando in numero sempre maggiore.
Mechazilla di Cape Canaveral cresce
In poco meno di 20 giorni gli operai di SpaceX in Florida hanno trasportato e installato tre diverse sezioni al pad 39A per iniziare ad assemblare la torre. La prima sezione è stata trasportata il 16 giugno e collocata sulla base utilizzando una enorme gru simile a quelle viste a Starbase.
Le sezioni della nuova Mechazilla vengono costruite a Roberts Road, dove SpaceX sta realizzando una nuova fabbrica per la costruzione in Florida delle Starship e dei Super Heavy.
Qui sono pronte a raggiungere il pad 39A altre tre sezioni già ultimate e ne restano quindi due ancora da costruire, oltre alla parte terminale. Hanno raggiunto questo sito di costruzione anche i primi componenti che formeranno i bracci della nuova Mechazilla. È possibile quindi che per fine anno SpaceX possa completare le strutture principali sia della torre che del pad, per poi procedere con i diversi collaudi.
Rispetto a Starbase, al 39A gli operai sono costretti a effettuare delle pause dovuti ai lanci, soprattutto in questo 2022 in cui il ritmo è molto elevato.
I progressi di Starship è una rubrica di aggiornamento sul progetto Starship di SpaceX, progettata e scritta da Andrea D’Urso e viene pubblicata il giorno cinque di ogni mese.
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