In un Universo dinamico come il nostro, talvolta è difficile cogliere in azione tutti gli eventi che lo popolano. Ne sono un esempio le Micronove, eventi che possono in realtà essere molto comuni. Le Micronove sono un nuovo tipo di esplosione stellare, scoperto di recente dai ricercatori con il Very Large Telescope (VLT). La micronova.
Le esplosioni di micronova, scoperte ora e identificate per la prima volta, si verificano sulla superficie di un particolare tipo di stelle. Simone Scaringi, astronomo della Durham University che ha condotto lo studio, afferma: “Il fenomeno sfida la nostra comprensione di come avvengono le esplosioni termonucleari nelle stelle. Pensavamo di saperlo, ma questa scoperta propone un modo totalmente nuovo per realizzarle.”
Esplosioni termonucleari
In un sistema stellare binario, una nana bianca può rubare materiale alla compagna se le due stelle sono abbastanza vicine. Quando il materiale, soprattutto idrogeno, cade sulla superficie caldissima della nana bianca, innesca la fusione nucleare in elio in maniera esplosiva.
Nelle novae, queste esplosioni termonucleari si verificano sull’intera superficie stellare, rendendola molto più luminosa per diverse settimane. Le micronovae sono esplosioni simili alle novae ma si verificano su scale più ridotte e più rapide. Durano quindi solo alcune ore, e sono molto meno energetiche.
L’esplosione di micronova
Le micronovae si verificano sulla superficie di alcune nane bianche con forti campi magnetici, che fanno sì che l’idrogeno si incanali verso i poli magnetici della stella. Paul Groot, astronomo della Radboud University nei Paesi Bassi e coautore dello studio, spiega:
Per la prima volta, abbiamo visto che la fusione dell’idrogeno può avvenire anche in modo localizzato. L’idrogeno può essere contenuto alla base dei poli magnetici di alcune nane bianche, in modo che la fusione avvenga solo in quei luoghi. Questo porta all’esplosione di una sorta di bomba a microfusione, che hanno circa un milionesimo della forza esplosiva di una nova. Da qui il nome micronova.
Il termine ‘micro’ può far pensare però che questi eventi siano piccoli. In realtà, una di queste esplosioni può bruciare materiale per circa 20.000.000 trilioni di kg.
La micronova scovata tra i dati di TESS
Le micro-esplosioni di nova scoperte dai ricercatori sono emerse dall’analisi dei dati di TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite). Questo telescopio della NASA, specializzato nella ricerca di esopianeti, presentava nei suoi dati qualcosa d’insolito. “Un lampo luminoso di luce ottica della durata di alcune ore” dice Degenaar. “Cercando ulteriormente, abbiamo trovato diversi segnali simili.”
Gli scienziati hanno scoperto che i lampi ottici erano stati prodotti da nane bianche. Due confermate subito, una successivamente con lo strumento X-shooter del VLT. Quest’ultima osservazione è stata fondamentale per interpretare nel modo corretto l’esplosione.
Quanti tipi di esplosione stellare ancora non conosciamo?
Aver scoperto un nuovo tipo di esplosione stellare, in aggiunta a quelle già conosciute, è una spinta a cercare di saperne di più, sia sull’evento di micronova, ma anche su altri possibili eventi catastrofici che possono contribuire all’evoluzione delle stelle.
Per questo tipo di studi sono necessari telescopi come il VLT o il New Technology Telescope dell’ESO, che danno una risposta rapida. I diversi strumenti ad alta risoluzione di cui dispongono potranno aiutare a descrivere con maggiori dettagli le micronovae e altre caratteristiche delle stelle ancora sconosciute.
Lo studio pubblicato su Nature è disponibile qui.
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