Il 9 dicembre il Messico ha annunciato la firma degli Accordi Artemis con gli Stati Uniti. La firma è stata annunciata a un evento con diverse personalità istituzionali del Paese. A presenziare all’evento e ad annunciare la firma è stato Marcelo Ebrard Casaubon, segretario per le relazione estere del Messico. Oltre a lui era presente anche José Hernández, un ex astronauta della NASA. Con questa firma salgono a 14 i Paesi firmatari degli Accordi Artemis con gli Stati Uniti.
Ebrard ha dichiarato quanto il Messico fosse ansioso di firmare questi accordi e di conseguenza di partecipare all’esplorazione lunare. “Durante il programma Apollo eravamo degli spettatori. Durante Artemis saremo dei partecipanti” ha affermato. Nonostante questa firma non è però stato dichiarato ancora nessun programma o attività inerente al programma Artemis con partecipazione del Messico.
L’importanza degli Accordi Artemis
Gli Accordi Artemis sono stati annunciati nella primavera del 2020 e firmati per la prima volta da otto Paesi a ottobre dello stesso anno. Di questo gruppo facevano parte i partner storici della NASA, come Giappone, Regno Unito, Canada e Italia, ma anche Stati con un settore spaziale in crescita come Emirati Arabi Uniti, Australia e Lussemburgo. Si sono poi aggiunti diversi Stati nei mesi successivi, portando il totale a 15, USA compresi.

Gli Accordi Artemis sono una serie di 10 principi, stilati dagli USA e dalla NASA per porre una base su cui regolamentare la futura esplorazione lunare. Non sono delle regole internazionali vincolanti, ma dei principi che i Paesi firmatari si impegnano a rispettare. Su questi Accordi la NASA baserà tutte le sue collaborazioni internazionali per esplorare la Luna. Per un Paese con una economia spaziale in via di sviluppo, firmare questi principi equivale quindi a garantirsi un possibilità di collaborare con NASA e con gli altri Paesi firmatari sulla Luna.
Per approfondire: Cosa sono e perché sono importanti gli Accordi Artemis?
I prossimi passi degli Accordi Artemis
Durante l’ultimo National Space Council, la vicepresidente USA ha inoltre confermato quanto uno degli obbiettivi dell’attuale governo in ambito spaziale sia la creazione di nuove norme, anche internazionali. Detriti spaziali, uso militare dello spazio, affollamento in orbita e poca comunicazione sono alcune delle problematiche che stanno emergendo nel settore. L’obbiettivo degli Accordi Artemis è quindi evitare che questo succeda anche sulla Luna, ancor prima che la vera e propria esplorazione inizi. Nella loro forma questi accordi sono però stati scritti per essere flessibili e porsi come base, non come punto finale della regolamentazione lunare.
Sempre durante il National Space Council, la Vicepresidente Harris aveva già annunciato la firma degli Accordi da parte del Messico. Inoltre aveva accennato al fatto che trattative erano in corso anche con la Francia. Assieme alla Germania, la Francia è uno dei Paesi spaziali più importanti che non ha ancora firmato questi Accordi. Attualmente non ci sono invece grandi speranze che vengano firmati da Russia e Cina. Questi due Paesi, impegnati a porre le basi di una esplorazione lunare separata da Artemis, vedono questi Accordi come una “resa” alla guida spaziale USA.
Con la firma del Messico e poi possibilmente della Francia, cresce però ancora la rete di relazioni diplomatiche della NASA. Queste, come detto, sono la base per future relazioni scientifiche e industriali riguardanti la Luna. Una così grande adesione agli Accordi Artemis conferma quindi già ora quanto il Programma Artemis sia e sarà l’esplorazione spaziale più grande e collaborativa mai tentata dall’umanità.
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