Dopo un’assenza durata più di 5 mesi, tornano in Florida le missioni di SpaceX per portare in orbita i propri satelliti Starlink. L’ultimo lancio infatti, avvenuto a settembre, era partito dalla base californiana di Vandenberg, con i primi Starlink portati in orbita polare. Alle 13:17, orario italiano, del 13 novembre il Falcon 9 con numero di serie B1058 ha avviato i motori al pad numero 40 di Cape Canaveral.
A causa delle condizioni meteo avverse è sfumata l’occasione per SpaceX di stabilire un nuovo record. La missione infatti era programmata per il 12 novembre, un giorno e 10 ore dopo il lancio di Crew-3. L’azienda ha comunque dimostrato, soprattutto in quest’ultimo anno, la grande capacità di effettuare un gran numero di lanci ravvicinati. Sono infatti 25 i lanci portati a termine in questo 2021, anche se il primato è ancora del 2020, con 26 lanci. Mentre la costellazione continua a crescere, SpaceX mostra anche la nuova parabola per connettersi con gli Starlink, dalla forma rettangolare e più compatta.
La nuova nomenclatura e i diversi gusci di Starlink
Con le ultime due missioni SpaceX ha iniziato ad adottare una nuova nomenclatura per indicare i diversi lanci. Ha quindi iniziato a differenziare i nomi per le diverse orbite di destinazione. Il 26 maggio SpaceX ha portato in orbita un numero di Starlink sufficiente per completare il primo guscio composto da 1584 satelliti. Questi erano necessari per iniziare a fornire una prima copertura globale e uscire dalla fase di beta testing. La prima fase del progetto però prevede l’immissione in orbita di 4408 Starlink, che saranno differenziati per l’inclinazione del piano orbitale.
Piani orbitali | 72 | 72 | 36 | 6 | 4 |
Satelliti per piano orbitale | 22 | 22 | 20 | 58 | 43 |
Altitudine | 550 km | 540 km | 570 km | 560 km | 560 km |
Inclinazione | 53° | 53.2° | 70° | 97.6° | 97.6° |
A settembre quindi, l’azienda di Musk ha portato a termine la missione Starlink Gruppo 2-1, la prima con l’arrivo dei satelliti in orbita polare. Il “2” indica proprio l’inclinazione dell’orbita di destinazione, in questo caso 70°. Con il numero “1” invece si intende il primo lancio di questo determinato guscio. I 53 satelliti inviati nello spazio oggi invece, fanno parte della missione Starlink Gruppo 4-1. In questo caso il “4” indica i satelliti con inclinazione 53,2° mentre il secondo valore dichiara quanti lanci con quella destinazione sono stati effettuati.
Il guscio completato è formato dai 1584 Starlink che hanno una inclinazione di 53°, quindi rimangono quelli posti a 97,6°, che probabilmente faranno parte del Gruppo 3. L’ultimo guscio sarà quello del Gruppo 5, con inclinazione sempre di 97,6°.

Con la nuova nomenclature inoltre arrivano anche gli Starlink alla versione 1.5, dotati di sistema per la connessione laser tra satelliti. Questa permetterà prestazioni migliori del servizio e renderà gli Starlink meno dipendenti dalle stazioni di terra. Attualmente infatti ogni satellite deve “vedere” sia un Gateway che la parabola dell’utente per far rimbalzare il segnale della connessione. Con la comunicazione laser invece, il segnale proveniente da un Gateway potrà viaggiare attraverso diversi Starlink prima di arrivare alla parabola.
Da quanto SpaceX ha aggiunto questa nuova componente però non sono più state effettuate missioni con 60 satelliti, ma sempre un numero inferiore. Ciò potrebbe essere dovuto a un aumento di peso di ogni singolo Starlink oppure alle difficoltà di produzione.
Continua a volare il Falcon 9 targato NASA
Per quest’ultimo lancio SpaceX ha utilizzato l’unico suo Falcon 9 all’interno della flotta che porta la scritta NASA. Si tratta del B1058 e il logo dell’agenzia americana è stato dipinto perché la sua prima missione è stata Demo-2, con l’arrivo del primo equipaggio della Dragon sulla ISS. Il lancio era avvenuto a maggio dello scorso anno. Sempre nel 2020 poi, il B1058 ha completato le missioni: ANASIS-2 a maggio, Starlink-12 a ottobre e CRS-21 a dicembre. Nel 2021 invece ha completato con successo il lancio di Transporter-1 a gennaio per poi passare esclusivamente a missioni Starlink. Tra marzo e maggio infatti ha supportato le missioni Starlink numero 20, 23 e 26.
Questo particolare Falcon 9 lo vedremo nuovamente in azione dopo il suo nono atterraggio di successo. La chiatta utilizzata è A Shortfall Of Gravitas, l’ultima entrata a far parte della flotta di SpaceX e l’atterraggio è avvenuto circa otto minuti e mezzo dopo la partenza. Anche le coperture che hanno protetto il carico erano riutilizzate. Una infatti aveva volato sia con una precedente missione Starlink che durante GPS III SV04. L’altra invece ha supportato “solo” una missione Starlink precedentemente.
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