Ieri, 10 maggio 2021, in orbita attorno all’asteroide Bennu la sonda della NASA ha acceso correttamente i suoi motori per intraprendere un viaggio lungo quasi due anni e mezzo. La manovra è avvenuta alle 22:23, orario italiano, ed è durata sette minuti. La sonda si è così allontanata dall’asteroide ad una velocità di quasi 1000 km/h. L’arrivo è ora previsto per il 24 settembre del 2023 nel deserto dello Utah.
Un viaggio di miliardi di km calcolato al centimetro
Il viaggio di OSIRIS-REx verso la Terra è stato calcolato alla perfezione già prima che la missione lasciasse il nostro pianeta. Fino ad aprile, la sonda ha fotografato l’asteroide Bennu, cercando di ottenere una posizione precisa di dove si trovasse l’asteroide. Ottenerla permetteva di calcolare il momento esatto in cui accendere i motori per ottenere una congiunzione con la Terra. La data è stata quindi scelta per il 10 maggio. Ora OSIRIS-REx si sta quindi dirigendo non verso la Terra, ma verso la posizione nella quale ci sarà la Terra fra due anni e mezzo.
Non si è però concluso tutto con la manovra di ieri. Durante il viaggio la sonda è tenuta costantemente sotto controllo attraverso collegamenti radio effettuati con il Deep Space Network della NASA. Questi controlli permetteranno di effettuare altre piccole manovre intermedie per aggiustare la rotta, qualora ce ne fosse bisogno. Alcune di queste saranno effettuate proprio in vicinanza della Terra, per mettere alla sonda di rilasciare la capsula contenente i campioni di rocce nel modo adeguato. Se infatti la capsula impattasse con un angolo errato nella superficie terrestre potrebbe entrare con una velocità troppo elevata e danneggiarsi con l’attrito atmosferico. E’ pericoloso anche lo scenario opposto, dato che un angolo errato in modo contrario potrebbe far rimbalzare la capsula sull’atmosfera come un ciottolo su un lago, proiettandola nuovamente nello spazio in modo incontrollato.
Il passato e il futuro di OSIRIS-REx
In questo video la NASA ha condensato alcune delle manovre eseguite dalla sonda durante la permanenza in orbita attorno all’asteroide.
Parting is such sweet sorrow. Today our #OSIRISREx spacecraft says goodbye to Bennu after orbiting the asteroid for the past two-and-a-half years. What’s next for the mission? The spacecraft will come back to Earth with a sample. #ToBennuAndBackhttps://t.co/zD2rdMWKHu pic.twitter.com/LfLyKYQrwZ
— NASA Solar System (@NASASolarSystem) May 10, 2021
OSIRIS-REx si trovava attorno a Bennu dal dicembre del 2018, e una delle principali scoperte venne effettuata proprio all’arrivo attorno all’asteroide. Dalle osservazioni effettuate a Terra, in particolare analizzando la quantità di calore irradiato, ci si aspettava di trovare un asteroide piuttosto “levigato” con una superficie liscia. Bennu si è invece dimostrato essere ricoperto di rocce e detriti grandi diversi metri. Questa discrepanza, prima ha comportato uno studio più attento della superficie per effettuare la raccolta di campioni, e poi permetterà di correggere i modelli di analisi degli asteroidi basate dalle osservazioni a Terra.
Una conferma è invece arrivata della previsione che su Bennu ci fosse stata dell’acqua. O meglio, che il materiale che compone l’asteroide abbia interagito con dell’acqua quando era ancora parte di un corpo più grande. OSIRIS-REx ha infatti rilevato tracce di Idrossili, molecole contenenti legami di ossigeno e idrogeno.
Una volta rilasciata la capsula con i campioni sulla Terra, la missione non sarà però conclusa. La sonda dispone infatti di sufficiente carburante per tutte le manovre necessarie ad arrivare sulla Terra, ma ha un margine elevato per una missione secondaria. Una volta rilasciata la capsula potrebbe sfruttare la gravità terrestre per raggiungere un altro asteroide. Questa possibile estensione di missione verrà valutata dalla NASA a partire da questa estate.
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