Si tratta della missione numero tredici del 2021 per SpaceX, che continua ad accrescere il numero di satelliti della costellazione Starlink. Grazie all’ultimo lancio, in totale sono ben 1563 gli Starlink che hanno raggiunto l’orbita bassa terrestre. La partenza è avvenuta dallo storico pad 39A da cui, poco meno di due settimane fa, sono partiti i 4 astronauti di Crew-2.
In Italia erano le 21:01 del 4 maggio quando il Falcon 9 con numero di serie B1049 ha acceso i motori per la sua nona missione. Mentre la costellazione cresce, si rende sempre più necessaria la collaborazione tra i diversi operatori satellitare, per evitare di rendere inaccessibile l’orbita terrestre a causa dei detriti. Nel seguente video il lancio della missione Starlink-25:
Coordinamento per le collisioni
L’orbita terrestre bassa sta diventando sempre più trafficata. Non solo per la presenza degli Starlink, ma anche di altri tipi di satelliti, come il crescente numero di quelli per l’osservazione della Terra o per le telecomunicazioni. Inoltre, ora sono presenti in orbita ben due stazioni spaziali: la ISS e quella cinese. Diventa quindi fondamentale evitare collisioni e la creazione di nuovi detriti, che nel peggiore dei casi, potrebbero rendere l’orbita bassa inutilizzabile. È quindi necessario il coordinamento tra i vari operatori satellitari.
SpaceX ha già preso accordi con la NASA in questi termini, facendosi carico dello spostamento dei propri satelliti, mentre quelli dell’agenzia americana continueranno a viaggiare indisturbati. Ad inizio dello scorso mese è stata però comunicata una mancata collisione tra un satellite Starlink ed un OneWeb. Fortunatamente i due oggetti non sono entrati in collisione, incrociando le loro orbite ad una distanza compresa tra 1120 m e 1072 m. Grazie a quanto accaduto, ora conosciamo però la procedura che viene seguita in questi casi per evitare incidenti nello spazio.
Siccome Starlink è la più grande costellazione satellitare mai realizzata, SpaceX ha condiviso tutti i dati sulle posizioni con il 18th Space Control Squadron (18 SPCS) della Space Force. Tra i compiti di questo ente vi è quello di monitorare tutti gli oggetti in orbita ed avvertire i diversi operatori satellitari di possibili collisioni.
Questo è ciò che è accaduto il primo aprile, quando OneWeb ha contattato SpaceX a seguito di un avviso ricevuto dal 18 SPCS. A questo punto le due aziende hanno iniziato a comunicare fra loro, per coordinarsi ed evitare danni. Gli Starlink sono dotati di un sistema anti collisione, che viene attivato circa 12 ore prima della possibile collisione, con una probabilità di impatto superiore a 1×10⁻⁵. Per questo motivo, l’azienda di Musk voleva attendere nuovi bollettini del 18 SPCS, ma ai satelliti di OneWeb serve più tempo per le manovre. Per tale ragione, è stata OneWeb a chiedere di disattivare il sistema anti collisione di Starlink e spostare manualmente il proprio satellite.
La vicenda ha evidenziato come ormai sia sempre più essenziale un sistema di controllo e monitoraggio dei diversi oggetti in orbita. Risulta quindi essenziale la comunicazione diretta tra i vari operatori satellitari.
Continuano i voli del Falcon 9 veterano
Nella seguente tabella l’elenco dei voli del primo stadio B1049:
Missione B1049 | Data di lancio |
Telstar 18V | 10 settembre 2018 |
Iridium-8 | 11 gennaio 2019 |
Starlink-0 | 24 maggio 2019 |
Starlink-2 | 7 gennaio 2020 |
Starlink-7 | 4 giugno 2020 |
Starlink-10 | 18 agosto 2020 |
Starlink-15 | 25 novembre 2020 |
Starlink-17 | 4 marzo 2021 |
Per la seconda volta, SpaceX ci mostra che è in grado di utilizzare un proprio Falcon 9 in 9 differenti missioni. Si tratta del booster più vecchio all’interno della flotta dell’azienda di Musk, in quanto ha volato la prima volta a settembre del 2018. Nonostante l’età, ha svolto il suo compito senza nessun problema, portando in orbita con successo il secondo stadio con a bordo 60 Starlink. Solamente grazie al B1049, SpaceX è stata in grado di lanciare ben 371 satelliti.
Come di consueto, il Falcon 9 è atterrato sulla chiatta Of Course I Still Love You dopo circa 8 minuti e mezzo dalla partenza. Ora sono due i booster che presto vedremo volare per la decima volta, il B1049 ed il B1051.
SpaceX è in grado di riutilizzare anche le coperture che proteggono il carico. Per una delle due che compongono la copertura, questo è stato il suo terzo lancio, in quanto aveva supportato precedentemente altre due missioni Starlink. Per il recupero SpaceX si affida ormai ad un’unica nave dotata di una gru, per issare a bordo le due coperture una volta che sono ammarate.
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