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Il volo fantasma di Starship SN11. Cosa è successo?

SpaceX ha deciso di far volare la nuova Starship in mezzo alla nebbia, impendendo a tutti di vedere cosa sia accaduto negli istanti finali.

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Marzo 31, 2021
in News, Space economy, SpaceX, Uncategorized
Il volo fantasma di Starship SN11. Cosa è successo?
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Per raggiungere l’orbita entro la fine dell’anno, a Boca Chica, ormai soprannominata Starbase, è stato premuto il piede sull’acceleratore, portando al volo una nuova Starship. Il prototipo SN11 ha raggiunto il pad di lancio solamente l’8 marzo, appena 4 giorni dopo il volo e l’esplosione di SN10 e a quanto pare, il quarto tentativo per SpaceX non è sempre quello fortunato. Fu infatti il quarto volo del Falcon 1 il primo successo dell’azienda, a settembre del 2008. Ora, SN11 è il quarto prototipo di Starship che riesce a completare tutte le fasi del volo ma non ad atterrare. Il meteo non era dei migliori e quindi attualmente non sappiamo cosa sia successo, ma quello che è sicuro è che l’atterraggio non è riuscito.

Il pad di lancio di Starship SN11.
Il pad di lancio di Starship SN11.

Un volo fantasma 

Alle 15:05 la Starship SN11 ha acceso i 3 motori Raptor, iniziando così l’ascesa fino a 10 km di altezza. Come avvenuto con le altre tre Starship, anche in questo caso la prima fase del volo è stata completata senza problemi. Man mano che SN11 raggiungeva la quota massima, i sistemi di navigazione spegnevano i Raptor uno alla volta, in modo da rallentare la salita. Prima dello spegnimento dell’ultimo motore, la Starship ha effettuato la transizione dai serbatoi principali a quelli secondari, utilizzati solamente per l’atterraggio.

Una volta posizionata in orizzontale, le 4 ali hanno diretto SN11 verso il pad di rientro. A qualche centinaio di metri dal suolo, come accaduto con il prototipo precedente, la Starship ha acceso tutti e 3 i Raptor per ritornare in posizione verticale.

Cosa sappiamo

Durante la Live è stato comunicato che ” Starship SN11 non tornerà, non aspettate un rientro, abbiamo perso i contatti con il veicolo”. Le camere che osservano il pad hanno ripreso i vari pezzi volati all’esterno della zona di atterraggio. Non c’è quindi dubbio che Starship SN11 sia esplosa. Per capire come e cosa è andato storto dovremmo aspettare.

Quando si diraderà la nebbia, probabilmente in tarda mattinata locale, verso le 19 italiane, sapremo la disposizione dei detriti e quanti essi siano. Da questo potremmo capire già qualcosa. Per il resto dobbiamo attendere le eventuali comunicazioni di Musk.

Da questo video sembra inoltre che Starship sia esplosa poco prima di toccare il pad, il che potrebbe anche voler significare l’attivazione del sistema FTS di autodistruzione. Quest’ultimo si attiva in caso di malfunzionamenti critici. Per ora rimangono però solo ipotesi. Musk ha twittato pochi istanti dopo affermando che “almeno il cratere era nel posto giusto”.

Elon Musk ha di twittato, affermando che innanzitutto un motore ha avuto problemi di pressurizzazione durante la salita, ma teoricamente non erano problemi critici. In seguito, “qualcosa di significativo” è avvenuto poco dopo l’accensione dei motori per il rientro, ma non si sa ancora cosa. Una conferma parziale che in ogni caso SN11 non ha toccato terra. Nuovi aggiornamenti ci saranno quando gli operai si recheranno al pad e potranno studiare i detriti.

La preparazione in tempi record

SN11 è la prima Starship che ha raggiunto il sito di test con tutti e 3 i Raptor installati. Il 22 marzo, il nuovo prototipo ha acceso i motori per qualche secondo, verificando la corretta integrazione di tutti i sistemi. È possibile che i tecnici abbiano rilevato qualche dato anomalo perché gli operai hanno smontato uno dei 3 motori, il Raptor numero 46. Questo in un paio d’ore ha fatto prima ritorno al sito di costruzione per delle ispezioni per poi essere unito nuovamente ad SN11.

Ogni volta che gli operai smontano e reinstallando un motore, SpaceX deve effettuare nuovamente il test statico di accensione, per verificare che tutto sia stato assemblato correttamente. L’azienda di Musk, cercando di fare le cose di fretta, venerdì 26 marzo ha tentato di effettuare la prova sul motore e successivamente il volo. Lo static fire test è stato effettuato solamente sul Raptor 46. Gli ingegneri hanno analizzato il corretto funzionamento del motore per poi iniziare a preparare la Starship al volo.

Durante i vari controlli però, sembrerebbe che sia emerso qualche problema che ha tenuto a terra SN11. Lo stesso Musk ha annunciato il rinvio, dichiarando che i tecnici necessitavano di più tempo per effettuare maggiori ispezioni. Purtroppo però non ha aggiunto se ci fossero problemi oppure si tratta di controlli di sicurezza.

A causare il ritardo potrebbe essere stato sia il motore Raptor 46, che il Flight Termination System (FTS). Si tratta di un dispositivo posizionato a circa metà altezza della Starship e costituito da cariche esplosive. I computer di bordo o il personale di terra possono innescarle in caso di un comportamento anomalo della Starship. Durante i preparativi per il volo del 26 marzo, alcuni operai hanno lavorato su questa componente per diverso tempo, quindi è probabile che anche l’FTS possa aver dato problemi. Nonostante ciò, SpaceX ha comunque lavorato durante il fine settimana e finalmente si è arrivati al volo di un nuovo prototipo, il secondo del mese di marzo.

Starship SN11 sul pad di lancio fotografata da Jack Beyer
Starship SN11 sul pad di lancio fotografata da Jack Beyer

FAA, SpaceX e l’Odissea dei permessi

Continuano gli scontri tra Musk e la Federal Aviation Administration per l’autorizzazione al volo dei diversi prototipi di Starship. Questa tensione è emersa già con il lancio di SN9, rimandato molte volte a causa della mancanza di permessi emessi dalla FAA. La scintilla che ha fatto accendere questi scontri però è scoccata quando SpaceX ha fatto volare la Starship SN8 senza prima ricevere l’autorizzazione. Da allora, la FAA richiede un proprio funzionario sul posto, per verificare che siano rispettate tutte le procedure di sicurezza.

Lunedì 29 marzo sarebbe dovuta partire SN11, ma il lancio è stato annullato proprio perché l’ispettore della FAA non è riuscito a recarsi a Starbase. Queste sono state le parole di Musk, spiegando come mai SN11 fosse rimasta a terra, facendo ricadere la colpa sulla FAA ed i suoi dipendenti. Come sempre però, la verità sta nel mezzo. La settimana scorsa, il funzionario del governo rimase a Boca Chica per supervisionare il lancio, inizialmente programmato per venerdì 26. SpaceX gli comunicò però che non sarebbe riuscita a far volare SN11 quella settimana e nemmeno lunedì, a causa di problemi nell’ottenere i permessi per chiudere le strade. Il funzionario della FAA quindi decise di far ritorno il Florida.

L’azienda di Musk nel frattempo, era ancora in contrattazione con la contea di Brownsville, che domenica gli ha concesso l’approvazione per chiudere le strade. SpaceX a questo punto, ha inviato una mail all’ispettore della FAA per avvisarlo del lancio programmato nuovamente per lunedì. La mail non è però stata letta e SpaceX ha cercato quindi di contattare direttamente la FAA affinché inviasse un altro funzionario. Ciò è accaduto domenica notte quando ormai era già tardi per organizzare un viaggio in Texas. SpaceX è abituata a cambiare molto velocemente i propri piani, ma la FAA ora ha richiesto che questi vengano comunicati con largo anticipo, per evitare situazioni simili.

Il primo Super Heavy prodotto, il BN1.
Il primo Super Heavy prodotto, il BN1.

Piccola pausa dai voli di Starship

Con SN11, l’azienda di Musk ha utilizzato tutte le Starship “di vecchia generazione” che aveva in costruzione. SpaceX infatti, ha deciso di saltare i prototipi numero 12, 13 e 14, perché sarebbero state pressoché identiche a quelli visti finora. La prossima Starship che raggiungerà il pad di lancio quindi sarà la SN15. Grazie ai tweet di Musk, sappiamo che sarà la prima che implementerà alcune migliorie, tra cui una nuova struttura di tubazioni per l’alimentazione dei motori. Gli operai hanno completato solamente il copro principale di SN15, ovvero la struttura che forma i serbatoi. Ci vorrà ancora del tempo prima di vedere questa nuova Starship completa.

Sarà BN1, il primo prototipo di Super Heavy, il prossimo razzo che raggiungerà il pad di test di Starbase. Questo verrà utilizzato solamente per effettuare delle prove a terra, tra cui il trasporto. BN1, infatti, è alto circa 70 metri con un diametro di 9 metri, una struttura non facile da spostare in verticale. Il primo Super Heavy dovrà superare alcune prove di pressurizzazione a temperature criogeniche e forse riceverà uno o più Raptor per i static fire test. Ciò che possiamo affermare con sicurezza è che BN1 non volerà. Rispetto a quanto ci ha abituati nell’ultimo periodo SpaceX, dovremmo aspettare molto prima di vedere un altro prototipo volare.

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Tags: Esplosionenebbiasn11SpaceXStarship

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