• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Privacy Policy
  • Newsletter
No Result
View All Result
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Cronache marziane
    • Speciale Artemis
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Intervista
  • Spazio Italiano
  • Astrospace Shop
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Cronache marziane
    • Speciale Artemis
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Intervista
  • Spazio Italiano
  • Astrospace Shop
No Result
View All Result
AstroSpace

Trovate le croste di pianeti simili alla Terra attorno a quattro stelle morenti

Analizzando i dati del satellite Gaia, i ricercatori dell’università di Warwick hanno rilevato tracce di Litio e Potassio nel gas che circonda quattro nane bianche in fin di vita, suggerendo che potremmo aver trovato i resti dei sistemi planetari tra i più antichi mai scoperti.

Mariasole Maglione by Mariasole Maglione
Febbraio 17, 2021
in Astronomia e astrofisica, Esplorazione spaziale, News, Scienza
Trovate le croste di pianeti simili alla Terra attorno a quattro stelle morenti

Un render dei residui rocciosi in orbita attorno ad una nana bianca. Credit: University of Warwick/Mark Garlick

Condividi su FacebookTweet

Ancora una volta, le nane bianche, stelle in fin di vita che hanno ormai esaurito il carburante da miliardi di anni riescono a fornire indizi importanti sul mondo in cui il nostro Universo si popola ed evolve.

Un team di astronomi dell’università di Warwick stava analizzando i dati riguardanti oltre mille nane bianche osservate dal satellite Gaia, quando si è imbattuto in un segnale insolito proveniente da una di queste stelle morenti. Uno studio più approfondito di essa e delle tre compagne vicine ha permesso di identificare in questo segnale una firma chimica di Litio e Potassio. Stimando la loro abbondanza relativa rispetto ad altri elementi rilevati, come Sodio e Calcio, i ricercatori hanno scoperto che essa coincide esattamente con quella della crosta di pianeti rocciosi come la Terra e Marte.

“In precedenza avevamo visto ogni genere di firme di materiale proveniente dal nucleo e dal mantello” spiega Mark Hollands, autore dello studio e ricercatore presso l’università di Warwick. “Mai però era stata raggiunta una rivelazione certa di elementi che fanno parte di una crosta planetaria”. Adesso che si conosce la firma da cercare per trovare le croste di pianeti rocciosi, c’è la possibilità di analizzare un gran numero di nane bianche per trovarne altre che, come queste, mostrano la traccia di antichissimi sistemi planetari.

La composizione chimica di pianeti simili alla Terra

Diciamo che un pianeta è di tipo terrestre se è composto principalmente da roccia e metalli. La Terra e Marte sono gli esempi più vicini a noi, insieme a Venere e Mercurio, e ci sono molti altri corpi celesti minori di tipo roccioso nel nostro Sistema Solare. Durante la formazione di un pianeta di questo tipo, i materiali più pesanti sprofondano verso l’interno e i più leggeri rimangono all’esterno: alla fine esso sarà costituito da un nucleo centrale ricco di Ferro, un mantello in cui abbondano silicati come Ossigeno e Silicio e quasi sempre una crosta di elementi più leggeri.

In questa immagine sono state inserite più di un miliardo di stelle basandosi sui dati del terzo set di Gaia per luminosità e posizione. Al centro la Via Lattea, in basso a destra le due Nubi di Magellano. Credits: Esa/Gaia/DPAC – Acknowledgement: Images were created by A. Moitinho, University of Lisbon, Portugal

Tracce della crosta di pianeti vaporizzati milioni di anni fa

Ognuna delle quattro stelle morenti analizzate dai ricercatori di Warwick mostra una traccia del materiale proveniente dagli strati più esterni di pianeti di tipo terrestre. Esse, infatti, presentano la firma del Litio e del Potassio, suggerendo la presenza di resti della crosta di pianeti rocciosi. Milioni di anni fa, questi si sono vaporizzati, mescolando il loro materiale a quello gassoso degli strati esterni delle stelle. Non erano mai stati trovati residui di crosta di un pianeta roccioso, prima d’ora: la scoperta apre quindi la strada all’analisi futura di altre nane bianche per cercare una traccia di materiale con queste abbondanze di elementi chimici.

Uno dei sistemi planetari più antichi mai scoperti

E non è finita qui, perché le stelle in fin di vita che il team di Hollands ha individuato sono tra le più vecchie della nostra Galassia: si ritiene che le reazioni di fusione nucleare al loro interno siano cessate ben 10 miliardi di anni fa. Si stanno raffreddando molto lentamente e ancora trattengono nel gas e nel materiale attorno a sé le tracce della loro personale storia.

“In un caso in particolare, stiamo osservando la formazione di pianeti attorno a una stella che si è formata da 11 a 12.5 miliardi di anni fa”. Nota così Pier-Emmanuel Tremblay, dell’Università di Warwick, coautore della pubblicazione. Se pensiamo che il nostro Universo ha poco più di 13 miliardi di anni, questo sistema planetario dovrebbe essere uno dei più antichi finora conosciuti. E se un tempo fosse stato esattamente come il nostro Sistema Solare? Nei prossimi anni, con l’inaugurazione di telescopi spaziali come il James Webb o il WFIRST, potremmo forse trovare risposte a queste domande.

Esopianeti
Lista dei vari telescopi spaziali che studiano e osservano esopianeti. Telescopi passati, presenti e futuri. Credits: Astrospace.it

Nuovi indizi per le teorie di formazione planetaria

Un altro dei sistemi planetari ipotizzati dagli astronomi, si sarebbe formato attorno a una stella dalla vita breve che inizialmente era più di quattro volte la massa del Sole. Adesso è ancora il 70% più massiccia della media. Normalmente la sua enorme massa farebbe scomparire molto rapidamente qualsiasi materiale roccioso presente nella sua atmosfera.

Questo fatto ha portato gli astronomi alla conclusione che probabilmente il materiale identificato come appartenente alla crosta di uno o più pianeti rocciosi deve essere ora parte di un disco di detriti circostante. La scoperta è da record e suggerisce indizi nuovi su come può avvenire la formazione di pianeti rocciosi in diversi sistemi planetari. Inoltre, la ricerca degli astronomi di Warwick ci conferma che sistemi come il nostro esistono da miliardi di anni. Chissà quanti altri si sono disintegrati nel tempo e aspettano che la loro storia venga raccontata.

Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.

Tags: AstrofisicaEsopianetiNane bianche

Potrebbe interessarti anche questo:

Una raffigurazione artistica del buco nero che ha inglobato la stella dell'evento AT2019dsg. Credits: Desy, Science Communication Lab

Abbiamo rilevato un neutrino ad alta energia, dopo che un buco nero ha lacerato una stella

Febbraio 26, 2021
La cromosfera, fotografata durante l'eclissi solare totale del 1999. Le tonalità rosso e rosa - colori emessi dall'idrogeno - le hanno valso il nome di cromosfera, dal greco “chrôma” che significa colore. Crediti: Luc Viatour

Una nuova mappatura del campo magnetico del Sole

Febbraio 23, 2021
Un render del sistema Cygnus X1. Credit: International Centre for Radio Astronomy Research.

Il primo buco nero scoperto negli anni ’60 è molto più massiccio del previsto

Febbraio 19, 2021
Kepler-1649c

L’inquinamento atmosferico è diventato una prova di vita extraterrestre

Febbraio 14, 2021
Sagittarius A East, in blu sulla sinistra. Credits: X-ray: NASA/CXC/Nanjing Univ./P. Zhou et al. Radio: NSF/NRAO/VLA

Il primo testimone, di una rara supernova Iax al centro della nostra galassia

Febbraio 13, 2021
Ricostruzione artistica della stella AU Mic e del pianeta AU Mic b. Credits: © NASA-JPL/Caltech

Per la prima volta è stata misurata la densità di un giovane esopianeta

Febbraio 9, 2021
Next Post
Marte fotografato dalla sonda Rosetta. ESA & MPS for OSIRIS TeamCenter/Kevin M. Gill

Per la prima volta, rilevato del ghiaccio sotto la polvere marziana all’equatore

perseverance

Dove, quando e perché seguire l'arrivo di Perseverance su Marte

Gli articoli più letti questa settimana

  • Sergey Ryzhikov e Sergey Kud-Sverchkov al lavoro sul modulo Zarya. All'estrema destra si trova la capsula cargo Progress MS-14 attraccata al modulo Zvezda. Al centro il modulo Poisk, da cui sono usciti i cosmonauti.

    Scoperte nuove perdite sul modulo Zvezda della Stazione Spaziale Internazionale

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Le nuove foto di Perseverance. Dove sono e quali sono gli strumenti del nuovo rover marziano?

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Ecco chi è la seconda astronauta della missione turistica Inspiration 4

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Dove, quando e perché seguire l’arrivo di Perseverance su Marte

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La Cina approva la costruzione del Lunga Marcia 9, l’SLS d’oriente

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube
loader


Astrospace.it Newsletter 
Ogni sabato mattina l'analisi delle news più importanti della settimana.

Accetto I termini di Privacy

I nostri ultimi approfondimenti

La prima foto a colori scattata da una delle HazCams di Perseverance su Marte. Credits: NASA

Tutte e tre le missioni del 2020 sono ora arrivate su Marte. Cronache Marziane

Febbraio 20, 2021
Sagittarius A East, in blu sulla sinistra. Credits: X-ray: NASA/CXC/Nanjing Univ./P. Zhou et al. Radio: NSF/NRAO/VLA

Il primo testimone, di una rara supernova Iax al centro della nostra galassia

Febbraio 13, 2021
Il primo panorama della superficie marziana scattato da Perseverance. La foto è stata realizzata unendone sei diverse scattate dalla NavCam di Perseverance. Credits: JPL-Caltech/NASA

Le nuove foto di Perseverance. Dove sono e quali sono gli strumenti del nuovo rover marziano?

Febbraio 23, 2021
Il cantiere di lancio di Boca Chica poco prima che partisse SN9. Credits: SpaceX

Un volo, un esplosione, un altro prototipo – I progressi di starship

Febbraio 5, 2021
AstroSpace

© 2021 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio.

  • Privacy Policy
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter

  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Cronache marziane
    • Speciale Artemis
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Intervista
  • Spazio Italiano
  • Astrospace Shop
No Result
View All Result

© 2021 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio.

AstroSpace.it fa utilizzo di cookies. Continuando ad utilizzare questo sito web acconsenti all'uso di Cookie. Puoi approfondire a Privacy e Cookie Policy.