Rocket Lab ha completato il 17 settembre i controlli del vettore Electron e del pad di lancio in Virginia, allo spazioporto nell’isola di Wallops. Qui si trova la seconda rampa gestita dall’azienda oltre a quella in Nuova Zelanda, dalla quale sono partiti finora tutti gli Electron. Questo secondo punto di lancio è stato denominato formalmente Rocket Lab Launch Complex 2 (LC-2) e sarà fondamentale per ampliare le capacità di Rocket Lab.
In Virginia, l’azienda intende lanciare principalmente missioni governative, per conto del Dipartimento della Difesa e della Space Force. L’intero spazioporto è infatti gestito dalla NASA per conto del governo. Negli ultimi mesi il legame di Rocket Lab con gli enti governativi è aumentato molto e sembra che in futuro una buona percentuale (vicina al 40%) dei lanci di Electron possa essere con satelliti governativi.
Questa settimana Rocket Lab ha completato tutti i test preliminari. Ha integrato il lanciatore con la rampa e ha caricato l’ossigeno liquido e il cherosene (RP-1 e LOX) procedendo con tutte le operazioni pre-lancio. Non si conosce ancora la finestra temporale in cui verrà effettuata questa prima missione in quanto ci sono ancora degli aggiornamenti software da fare (appena verrà comunicata riporteremo la data sul canale telegram di Astrospace.it). In particolare deve ricevere l’ultima certificazione il sistema AFTS (Autonomous Flight Termination System). Sarà la prima volta che una missione partirà dalla Virgina con un AFTS, un sistema in grado di terminare autonomamente il volo se riscontra un problema al vettore.
Perchè costruire due rampe
La fortuna di Rocket Lab si è basata finora sul lanciatore Electron. Un vettore affidabile, abbastanza conveniente e molto versatile. L’azienda intende continuare a puntare proprio sulla flessibilità di questo vettore come punto di forza. Electron è un lanciatore molto piccolo, con un carico di circa 300 Kg, e il fatto che permetta ad aziende di fornire una data di lancio praticamente a scelta del cliente è un gran punto di forza. Per ottenere questo Rocket Lab deve lanciare sempre più Electron, in modo da offrire svariati lanci al mese fra cui scegliere.

Con due rampe vengono ovviamente abbattuti i tempi di preparazione al lancio e di integrazione, oltre a garantire più flessibilità sulle orbite di destinazione. Nella peggiore ipotesi di danni o impedimenti ad una delle due rampe, avere una soluzione di riserva potrebbe evitare grosse perdite. A tutto questo si aggiunge il fatto, come già ricordato poco sopra, che la seconda rampa sarà dedicata quasi esclusivamente ai lanci governativi. Questo libera lo spazioporto in Nuova Zelanda da particolari richieste insite in questi lanci, che potrebbero rallentare il servizio commerciale dell’azienda. Peter Beck, fondatore di Rocket Lab, ha cosi commentato la preparazione della seconda rampa in Virginia:
“Siamo immensamente orgogliosi di offrire capacità di lancio affidabili e flessibili alla US Space Force e alla più ampia comunità della difesa, poiché lo spazio diventa un dominio sempre più contestato”.
Con due rampe Rocket Lab ha dichiarato che potrebbero arrivare a gestire fino a 130 lanci all’anno. Vorrebbe dire un lancio ogni 6 giorni circa, da ognuna delle rampe. Difficile che ciò avvenga, per lo meno nel 2021. Potrebbero avvicinarsi a questa cifra quando sarà attiva anche la terza rampa dell’azienda, costruita a pochi metri dalla prima nello stesso spazioporto in Nuova Zelanda.
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