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Perchè secondo noi è necessario esplorare lo spazio

Perchè secondo noi è necessario esplorare lo spazio

Un tramonto su Marte

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Perchè esplorare lo spazio? Le ragioni che ci hanno portato ad iniziare ad esplorare lo spazio ad inizio degli anno ’50 sono molte. La voglia di esplorazione, la necessità di studiare lo spazio e la nostra atmosfera; ma c’erano anche ragioni politiche e militari. Negli anni lo spazio ci ha offerto un ambiente unico per testare le nostre capacità e ambizioni oltre ad offrirci ricadute tecnologiche ormai quasi incalcolabili.

A luglio del 2020 siamo all’alba di una nuova partenza per Marte, il pianeta che nel ventunesimo secolo è la nostra ultima frontiera, l’obiettivo del nostro secolo. Abbiamo allora chiesto ai nostri autori quali sono per loro, le poche parole con cui rappresentare il Perchè esplorare lo spazio?

 

Andrea Novelli

Andrea Novelli – Ingegnere Aerospaziale


Credo che, settant’anni fa, la domanda potesse essere “perchè cerchiamo di scalare l’Everest?”. All’inizio del Novecento “perchè andiamo al Polo Sud?”. E via dicendo, fino alle origini della nostra specie. Pur cambiando l’oggetto delle nostre attenzioni, è il desiderio di gettare luce su ciò che ancora non comprendiamo appieno a rimanere costante nel tempo. Ed è proprio questo, nel bene e nel male, a caratterizzarci come specie. Lo spazio è a tutti gli effetti la prossima frontiera che il genere umano dovrà affrontare e superare. Ci abbiamo già provato, con successo, mezzo secolo fa, poi siamo tornati verso casa. Ora i tempi sono maturi per un altro grande balzo!

 

Simone Jovenitti

Simone Iovenitti – Dottorando in astrofisica


Dallo spazio possiamo effettuare osservazioni astronomiche che non riusciamo a compiere qui sulla Terra. Da molti anni lanciamo i telescopi a bordo dei satelliti, ma sarebbe assai più comodo poterli appoggiare alla superficie di un corpo celeste: il puntamento sarebbe più agile e si potrebbe costruire un vero e proprio osservatorio per facilitare le operazioni. Ci sono già stati casi di telescopi extra-terrestri, come quelli lunari delle missioni Apollo 16 (1972) e Chang’e (2018), ma nel futuro dobbiamo puntare a rimuovere non solo l’atmosfera terrestre, ma anche quella solare. Ad oggi, solo le Voyager sono riuscite ad uscite dall’eliosfera (la bolla di influenza del nostro Sole), ma quando anche i nostri telescopi potranno liberarsi dalla protezione cosmica della nostra stella inizierà una nuova era dell’astrofisica: una rivoluzione per la conoscenza del cosmo, e di noi stessi.

La curiosità dell’uomo ne sarà soddisfatta, ma anche la protezione della nostra specie: lo spazio ci permette infatti di rilevare gli asteroidi più pericolosi e ci fornirà una via di fuga quando non potremo più stare sul nostro pianeta. Questo problema riguarderà i nostri discendenti piuttosto che noi, ma da parte nostra è gentile, nei loro confronti, iniziare a pensarci.

 

Gabriel Lazazzara – Laureando in Relazioni Internazionali


Penso che tutti noi nasciamo con quella voglia innata di scoprire e capire ciò che ci circonda. Lo spazio va esplorato perché ogni giorno ci ricorda quanto ancora non siamo in grado di comprenderlo davvero. Esploriamo per capire chi siamo, quanto siamo piccoli ed insignificanti ma al contempo unici e fortunati. Esploriamo per superare i limiti che la natura ci ha imposto. Fino ad oggi la voglia ed il coraggio di chi ha esplorato ha permesso di ripensarci in quanto esseri umani. Un esempio su tutti, la famosa Blue Marble che nel 1972 ha dato il via al movimento ambientalista creando una nuova coscienza collettiva.

Vale la pena esplorare lo spazio soprattutto per capire chi vogliamo essere. Lo spazio ci pone dei quesiti importanti su che società vogliamo costruire negli anni a venire, investire per esplorarlo significa anche trovare le risposte a questi quesiti. Supereremo le logiche nazionali in favore di un’ottica globale o riproporremo schemi già visti in altri momenti della storia? L’esplorazione spaziale è probabilmente la più grande opportunità che ci si è mai presentata. E noi di Astrospace.it saremo qui per raccontarvela. 

 

Valentino Megale

Valentino Megale – CEO di Softcare Studios, PhD in Neurofarmacologia


Il presupposto per esplorare lo Spazio è evolvere le nostre conoscenze ingegneristiche, biologiche, sociali e culturali verso ambiti spesso profondamente esotici rispetto al contesto terrestre a cui siamo abituati. Andare oltre la Terra ci spinge in una dimensione estrema, ponendoci domande inattese e mai scontate, con profonde ricadute su scienza, qualità della vita e ambizioni umane. Per questo ritengo che l’esplorazione spaziale sia per l’umanità una delle più grandi opportunità per espandere i confini della consapevolezza della propria natura e della struttura della realtà in cui viviamo. Proprio mettendo a dura prova i nostri limiti e potenzialità, potremo acquisire una visione d’insieme capace di farci apprezzare l’unicità della diversità che rappresentiamo.

 

Andrea D'Urso

Andrea D’Urso – Studente di Ingegneria Informatica


L’esplorazione è una caratteristica intrinseca dell’essere umano. La sviluppiamo sin da bambini, insieme alla nostra sete di conoscenza. Sono questi due aspetti, portati al limite, che ci spingono a superare i confini che ci legano a questo pianeta. L’esplorazione spaziale ci ha permesso di sviluppare nuove tecnologie che nel corso degli anni, hanno iniziato a fare sempre più parte delle nostre vite. È proprio questo il motivo per cui dobbiamo andare nello spazio e continuare a viaggiare. Ci permette di allargare i nostri orizzonti, non solo tecnici ma anche mentali.

Ciò che mi ha colpito è come, ad esempio, SpaceX sia partita adottando una approccio molto differente rispetto alle altre aziende aerospaziali. Soluzioni che potevano sembrare assurde e irrealizzabili si sono poi rivelate vincenti. Mi viene in mente l’utilizzo di una nave dotata di un’enorme rete per il recupero dei fairing. Pensare fuori dagli schemi per superare enormi difficoltà e non arrendersi con i primi fallimenti. Credo sia questo l’insegnamento principale che ci è stato trasmesso dalla corsa allo spazio.

 

Antonio Ricci

Antonio Ricci – Studente di Ingegneria Aerospaziale


C’è chi vede nello spazio una sfida contro sé stesso, chi vi individua nuove possibilità di arricchimento, o chi ne è irresistibilmente attratto per via della sua natura indomita. Io ci vedo una singolare combinazione di questi e di tanti altri elementi! Mi piace pensare che siamo sempre stati gli astronauti di questo mondo, incaricati di svelarne i misteri e di acquisire sempre più informazioni su esso, migliorandoci giorno dopo giorno. Del resto, parla la storia: il raggiungimento di nuovi orizzonti ha inevitabilmente spinto il genere umano a crescere e a ridefinire la consapevolezza di sé stesso nel cosmo.

Per tale ragione, ancora oggi ci spingiamo sempre in avanti, oltre i sottili confini dell’atmosfera e oltre quelli del nostro Sistema Solare, per soddisfare la nostra incessante curiosità e per imparare a gestire le problematiche sulla Terra con una visione sempre più ampia e dettagliata. Sono sicuro che l’impegno profuso nell’esplorazione dello spazio, con l’applicazione di tecnologie e di metodi sempre più all’avanguardia, porterà a sorprendenti benefici e a risoluzioni sempre più incisive sulla cultura e sulla civiltà umana. Поехали!

 

Ignazio Borgonovo

Ignazio Borgonovo – Laureato in Giurisprudenza


Perchè esplorare lo spazio è una domanda all’apparenza banale e invece fondamentale, la cui risposta è più difficile di quel che sembri.
Potrei citarvi gli enormi progressi tecnologici che da sempre accompagnano il vincere la gravità, l’andare in orbita, il sopravvivere nel vuoto.
Potrei parlarvi di come, tutte le sfide affrontate per rendere l’esplorazione spaziale una realtà, abbiano migliorato lo stile di vita dell’umanità tutta, a prescindere dall’interesse del singolo per questo campo. Oppure potrei parlare di quanto l’esplorazione spaziale abbia contribuito ad unire le Nazioni, a pensare in termini più grandi di loro stesse e a ragionare come Pianeta, ma sarebbe tutto, ancora una volta, riduttivo.

Io penso che esplorare lo Spazio sia importante per tutto questo ma anche perché significa molto, molto, di più. E’ ciascuno di questi elementi ma anche più della loro semplice somma. Andare nello Spazio, affrontare continue sfide, tutte sempre all’apparenza impossibili, ci rende diversi, migliori. Richiede impegno, costanza, sacrifici e alle volte veri e propri atti di fede. In un certo senso è qualcosa che permette di elevarci e avvicinarci ad un mistero più grande. Ci permette di ragionare in un’ottica sempre meno individuale e sempre meno legata all’ottenimento di un mero tornaconto personale. Se non è questo un ottimo motivo non so cosa possa esserlo.

 

Nicolò Bagno

Nicolò Bagno – Studente di Fisica


Esplorare lo spazio è l’occasione di guardare l’universo con occhi diversi e forse capire un pò di più di noi stessi. Diversi secoli fa, osservare lo spazio voleva dire alzare la testa verso il cielo, oggi noi lo guardiamo con nuovi occhi. Avere a disposizione tanti telescopi che possono scrutare lo spazio in bande dello spettro elettromagnetiche diverse ha permesso la creazione di nuove ed inedite mappe che vanno al di là della facoltà visiva umana.

Oggi stiamo assistendo all’avvento di un nuovo tipo di “occhi”, ossia le onde gravitazionali. Dai promettenti risultati raggiunti negli scorsi anni sulla terra, il futuro di questo tipo di osservazione nello spazio non è mai stato così radioso. Grazie anche ai risultati di una piccola sonda, LISA pathfinder, l’ipotesi di costruire un vero e proprio interferometro nello spazio sarà forse realtà nel prossimo decennio.

L’esplorazione dell’universo potrebbe sembrare inutile, ma non è così. Potremmo parlare delle numerose ricadute tecnologiche che da sole sono un’ottima spinta per andare al di fuori della nostra casa. Tuttavia la vera motivazione che spinge milioni di scienziati ad alzarsi la mattina è la curiosità, forse un pò pazza, verso un cielo stellato che fin dalla notte dei tempi ha ispirato la nostra specie.

Martina Cardillo – Astrofisica


La curiosità e la voglia di spingersi oltre il proprio orizzonte sono da sempre il motore dell’umanità intera. Negli ultimi decenni ce ne stiamo dimenticando sempre più spesso, sempre più spesso ce ne stiamo nel nostro piccolo spazio vitale, non considerandoci parte di un’umanità estremamente più ampia, capace di fare cose straordinarie. Ci stiamo dimenticando che tutti i progressi fatti fino ad ora sono derivati da quelle persone che, spesso contro tutti e tutto, guardavano oltre, verso mete considerate inarrivabili o inesistenti. Dal fuoco alla ruota, dalla corrente elettrica all’aereo, dalla relatività a internet.

Il mondo di oggi deriva dal nostro desiderio di esplorare e molto del mondo più “recente” deriva dalle scoperte fatte grazie alla ricerca astrofisica e spaziale. Dal “memory foam” alla WiFi, dalle tute ignifughe dei pompieri ai dissipatori di calore per le pinze neurochirurgiche. Sulla Stazione Spaziale Internazionale abbiamo creato una macchina capace di riciclare il 93% dell’acqua e facciamo esperimenti che possono dare una mano a capire l’alzheimer, grazie alla microgravità. Dallo spazio possiamo monitorare la nostra terra, cercare di proteggerla sempre meglio da possibili impatti con i meteoriti o dalle radiazioni. E sulla Luna potremmo riuscire a sfruttare l’elio 3 che potrebbe permetterci di generare l’agognata fusione nucleare, che conosciamo perché abbiamo capito come funzionano le stelle.

Insomma, noi, con la nostra amata Terra, siamo parte di un universo infinitamente più ampio e siamo qui perché non abbiamo mai smesso di guardare lontano. E non dobbiamo mai smettere di farlo, né ora né mai.

 

Stefano Piccin

Stefano Piccin – Fondatore Astrospace.it


Esplorare lo spazio è attualmente il limite delle nostre attività. Per l’uomo arrivare sulla Luna e su Marte sarà una delle cose più difficile e complesse che avrà mai fatto. Non sarà però la prima volta. Le grandi esplorazioni hanno caratterizzato la nostra storia e costruito le nostre società, tanto che ormai abbiamo capito quanto esplorare sia una necessità per l’umanità. Un bisogno primario. L’esplorazione spaziale oltre a soddisfare questo nostro bisogno ci dà gli strumenti per migliorare la nostra tecnologia, la nostra società, la nostra politica. La nostra Terra!

L’ambiente spaziale è talmente complesso e pericoloso che richiede per forza di cose collaborazione, sperimentazione e audacia. Tutte attività che una volta che riescono nello spazio si possono ripetere sulla Terra. Prima che cadesse il muro di Berlino USA e URSS collaborarono nello spazio. Prima che arrivassero i computer nelle nostre case, vennero usati nello spazio. Prima che centinaia di persone vedessero i confini dei loro stati in modo diverso, i primi astronauti si accorsero che dallo spazio i confini non si vedono nemmeno.

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