Circa una settimana fa è emersa la notizia che il governo inglese era interessato ad acquistare OneWeb, azienda che ha dichiarato bancarotta a marzo. Lo scopo di OneWeb era costruire una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa per fornire internet con copertura globale. Un po’ come fa Starlink di SpaceX. Ieri è arrivata una prima conferma. Il governo inglese, insieme alla Bharti Enterprises (azienda Indiana) ha acquistato OneWeb. Ora la domanda a cui rispondere è: “cosa se ne faranno”?
Facciamo subito un passo indietro. Perché il Regno Unito vuole comprare OneWeb? Uno degli inconvenienti della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, è stato lasciare la partecipazione al progetto Galileo. La separazione non sarà totale ma andrà comunque a lasciare squarniti tutti gli utilizzatori governativi e militari. Soprattutto in caso di Brexit finale senza accordo (la cosidetta Brexit con No Deal).
Ora facciamo un altro passo indietro, poi prometto che ne faremo due avanti. Cos’è Galileo? Galileo è una rete satellitare di navigazione e posizionamento, progettata e costruita dall’Unione Europea. L’obiettivo di Galileo è rendere i paesi membri indipendenti dall’uso del GPS (controllato dal dipartimento della difesa americano) e allo stesso tempo avere una rete satellitare che crei servizi per il mercato internazionale forniti e gestiti da aziende europee.
Con un No Deal, il Regno Unito rimaneva fuori da tutto questo. Per quasi due anni il governo inglese ha investito 100 milioni di sterline in un piano di studio e analisi che avrebbe portato alla progettazione di una rete di navigazione e posizionamento satellitare inglese. Il risultato però, è stato la prospettiva di non riuscire a crearla a meno di 5 miliardi di sterline. Il governo inglese ha quindi rigettato questa possibilità.
La ricerca di una soluzione
Il primo ministro Boris Jonson ha quindi deciso di investire in OneWeb, e qui arrivano i dubbi e i problemi. OneWeb non è una rete di navigazione satellitare ma è una costellazione di satelliti (o meglio, il progetto di una costellazione di satelliti) per portare internet con copertura globale.
Su tutte, una delle grandi differenze fra queste due tecnologie è l’orbita di posizionamento. I satelliti di navigazione satellitare si trovano su orbite terrestri medie (25 000 Km circa), i satelliti OneWeb sono (e avrebbero dovuto essere) in orbita terrestre bassa.
E’ pur vero che uno dei difetti più grandi dei sistemi di navigazione satellitare tradizionali è proprio quello di essere su orbite così alte. Il fatto di avere segnali provenienti da così grandi distanze comporta la necessità di avere segnali più forti e più prolungati, il che ne diminuisce la sicurezza.
Allo stesso tempo, i satelliti in orbita terrestre bassa sono più piccoli e con vite medie molto più brevi. In più, per coprire tutto il globo c’è bisogno che siano molti di più in numero. Giusto per fare un confronto, solo di numeri, la costellazione Galileo conta attualmente 22 satelliti. OneWeb, una volta completata avrebbe dovuto averne più di 650.
OneWeb verrà modificata?
Ecco allora l’idea venuta agli Inglesi. Comprare OneWeb e trasformare i loro satelliti in fornitori di servizi di navigazione satellitare. La cosa ovviamente è molto più complicata di così. Per ora ad esempio, nessuno ha parlato minimamente dell’eventualità che OneWeb non continui a perseguire il suo obiettivo originario. Gli interessi di Bharti Enterprises ad esempio, sono tutti in quella direzione.
Nel comunicato stampa con cui è stato annunciato l’accordo, l’AD di OneWeb Adrian Steckel, ha affermato che con questo finanziamento verrà garantito nuovamente il servizio completo. Non è stato però specificato in modo esplicito che questo servizio sarà la costellazione originaria pensata per internet. Se veramente l’obiettivo è creare un servizio di posizionamento satellitare i satelliti andranno comunque modificati al 100%.
In ogni caso, anche se l’obiettivo primario di OneWeb dovesse venere meno bisogna tenere presente cosa ha comprato il Regno Unito. Insieme al semplice progetto, OneWeb possiede i permessi per occupare determinate orbite e determinate frequenze per comunicare a Terra. Oltre a questo ci sono accordi con altre aziende, una su tutte Airbus. Questi potranno essere modificati se la produzione futura dovesse variare. Più semplice che rifare accordi da zero.
Voci favorevoli…
Paul Febvre, CTO dell’azienda Satellite Applications Catapult ha affermato:
Combinando le caratteristiche di altissime performance di comunicazione di un sistema come OneWeb con le tecniche utilizzate per migliorare GPS e Galileo, possiamo ottenere un’alta accuratezza e resilienza in un nuovo servizio di posizionamento. Questo non è mai stato fatto finora semplicemente perchè non c’erano megacostellazioni disponibili.
La fattibilità della conversione della rete OneWeb non è messa in discussione da molti. Attualmente ci sono delle startup che sfruttano i servizi di Internet satellitare per fornire sistemi di posizionamento. Satelle utilizza i servizi della rete Iridium e Xona Space Systems ha in programma un servizio simile.
Martin Barstow, professore di astrofisica e scienze spaziali all’università di Leicester, ha affermato che le proposte di OneWeb sono “interessanti ma richiederanno lavoro” per colmare le lacune tecnologiche. Nonostante queste osservazioni anche Barstow credeva che la conversione fosse possibile.
La questione quindi non è tanto tecnologica. Sono molte le voci del settore convinte che anche le reti satellitari dovranno spostarsi in orbita terrestre bassa per raggiungere maggiore precisione e sicurezza in futuro. Il problema per il progetto OneWeb sarà quindi per la maggior parte economico-politico.
Voci contrarie.
La dirigenza dell’agenzia spaziale inglese era apertamente contraria all’acquisizione, preferendo lo sviluppo di un sistema autonomo. Alcuni critici dell’accordo hanno accusato il governo di aver ceduto alle pressioni di Airbus, azienda che ha investito parecchio in OneWeb e che produceva la maggior parte dei satelliti della costellazione. Alcuni giorni fa era inoltre emersa la notizia che in caso di acquisizione inglese, Airbus avrebbe spostato la produzione in Inghilterra. Questo è stato smentito dal governo.
Fra i detrattori più importanti di OneWeb, risulta il Team Athena. Questo è un consorzio formato da Lockheed Martin, l’operatore satellitare Inmarsat, la società di servizi di supporto Serco e il fornitore di software CGI. I dirigenti di queste società si sono chiesti se modificare un progetto come OneWeb possa mai arrivare a fornire la precisione di un sistema autonomo.
Uno di questi dirigenti ha affermato:
Sarebbe come provare a costruire un ibrido tra un’auto da corsa di Formula 1 e un autocarro con cassone ribaltabile. Chiunque presenterebbe due diversi design di auto, uno progettato per la velocità e l’altro per scopi industriali. Non c’è efficienza di mercato nel tentativo di costruire un camion ribaltabile in grado di correre in Formula Uno.
La situazione geopolitica
Detto tutto questo, resta il fatto che con la partecipazione all’acquisizione di OneWeb il governo inglese diventa il primo governo al mondo a possedere una costellazione di satelliti per portare internet con copertura globale. Questo gli permetterà di imporre condizioni di interesse nazionale sul suo utilizzo e sul suo sviluppo futuro.
Il progetto di trasformazione in servizio di posizionamento satellitare, probabilmente non dovrà essere visto come concorrente di GPS o Galileo. Considerando i tempi necessari alla modifica del progetto, costruzione dei satelliti e tempi di lancio, prima di 3/4 anni non si vedranno applicazioni. Quando si vedranno è probabile che il governo andrà a coprire con OneWeb tutti gli utilizzi militari e governativi estromessi da Galileo.
Su questo avrà voce anche il governo americano, che già si è pronunciato a favore dell’acquisto di OneWeb. In questo modo l’UK avrebbe infatti salvato l’azienda, utile anche agli interessi americani, e si sarebbe evitato l’aggiunta di un’altra rete di navigazione satellitare tradizionale.