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L’inferno di KELT-9 b, l’esopianeta più caldo di una stella

Il telescopio spaziale TESS della NASA, ha condotto nuove osservazioni di KELT-9 b, uno degli esopianeti più caldi e più strani mai scoperti finora.

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Luglio 1, 2020
in Agenzie Spaziali, Astronomia e astrofisica, NASA, News, Scienza
KELT9-b

KELT9-b

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KELT-9 b è un esopianeta scoperto nel 2017 ed è uno dei più strani e più caldi mai scoperti. Grazie a delle nuove osservazioni del telescopio spaziale Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, abbiamo ora più informazioni su questo strano pianeta. Queste nuove misurazioni sono state pubblicate su The Astronomical Journal il 5 giugno e rappresentano uno dei risultati tipici di TESS. Questa sonda non è infatti dedicata alla trovare nuovi esopianeti ma è in grado di studiare con più precisione quelli già scoperti.

KELT-9 b si trova a 670 anni luce da noi, nella costellazione del Cigno. Una delle sue particolarità più grandi è la sua orbita, praticamente polare. Questo vuol dire che il pianeta sorvola i poli della sua stella invece che il suo equatore. Sia la scoperta di questo pianeta, sia questo nuovo studio di TESS sono stati fatti con il metodo del transito. E’ stata cioè studiata la luminosità della stella, trovando delle diminuzioni di questa in occasione del passaggio del pianeta. I risultati della ricerca condotta da John Ahlers, astronomo della University Space Research Association e del Goddard Space Flight Center della NASA restituiscono un esopianeta a dir poco infernale.

KELT-9 b
KELT-9 b in un’illustrazione artistica. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Non è il classico Terra-2

KELT-9 b è un gigante gassoso grande 1.8 volte Giove e ha 2.9 volte la sua massa. La sua rotazione è inoltre bloccata con quella della sua stella, il che vuol dire che le mostra sempre la stessa faccia. Esattamente come la nostra Luna fa con la Terra. Al contrario della Luna, KELT-9 b impiega però solo 36 ore a compiere un’orbita attorno alla sua stella.

Grazie a questi parametri della sua orbita, l’esopianeta riceve 44000 volte più energia dalla sua stella rispetto alla Terra. Ciò porta la temperatura superficiale a superare i 4300 C°. Un valore più alto di quello di alcune stelle. Per confronto, la temperatura superficiale del nostro sole è di circa 6000 C°. Non è finita qui però, perchè anche la stella di KELT-9 b è una molto strana.

La Stella ha circa il doppio della dimensione del Sole ed è il 56% più calda. La sua rotazione è però 38 volte più veloce di quella del Sole, il che vuol dire che completa una rotazione attorno al proprio asse in sole 16 ore. Questa rotazione così veloce comporta per la Stella una compressione delle sue dimensioni. Essa è appiattita ai poli e più larga all’equatore. Una conseguenza di questo è che la temperatura ai poli è più alta di circa 800 C° rispetto a quella dell’equatore.

Nel video seguente, realizzato da Chris Smith del NASA’s Goddard Space Flight Center, viene mostrato come appare il sistema di KELT-9 b visto dalla Terra.

https://www.astrospace.it/wp-content/uploads/2020/07/kelt9_earth_projection.mp4

2 inverni e 2 estati all’anno

Questa differenza di temperatura comporta che la stella viva due inverni e due estati all’anno. Inverno mentre sorvola l’equatore e poi estate quando sorvola i poli, con un cambio fra una stagione e l’altra ogni 9 ore. L’importanza di studiare pianeti con queste variazioni stagionali non è da trascurare. Il fatto che la temperatura della stella cambi così tanto dai poli all’equatore è una caratteristica molto strana e importante. Ciò produce infatti un’atmosfera estremamente dinamica su KELT-9 b.

“Dei sistemi planetari che abbiamo studiato con oscuramento gravitazionale, gli effetti su KELT-9 b sono di gran lunga i più spettacolari. Questo lavoro è molto importante per unificare l’oscuramento gravitazionale con altre tecniche che misurano l’allineamento planetario, che alla fine speriamo svelerà segreti sulla formazione e la storia evolutiva dei pianeti attorno alle stelle di grande massa”. Queste le parole di Jason Barnes, professore di fisica all’Università dell’Idaho e coautore della ricerca.

Oscuramento gravitazionale

L’oscuramento gravitazionale è un fenomeno di variazione della luminosità delle stelle con velocità di rotazione molto elevata. Questa rotazione appiattisce le stelle, riducendone il diametro ai poli e allargandole all’equatore, esattamente come avviene per la stella di KELT-9 b. Essendo che i poli sono più schiacciati, lì la gravità è maggiore. Maggiore gravità comporta maggiore temperatura e quindi anche maggiore luminosità.

Fonte: NASA. 

Tags: esopianetaEsopianetiKEL-9 b

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