Manca poco meno di un mese all’apertura della finestra di lancio per Marte e le attività di preparazione alle tre missioni che raggiungeranno il pianeta rosso quest’anno hanno occupato gran parte delle ultime settimane.
Negli ultimi giorni l’emergenza Covid-19 si è dimostrata avere pochi impatti reali su queste missioni e su quelle già operative su Marte.
Curiosity
Curiosity ha trascorso l’intero mese di Maggio ad effettuare analisi geologiche sull’ultimo target roccioso, denominato Glasgow dai team terrestri. Dopo questa prolungata fase di stazionarietà, il 30 Maggio ha iniziato il viaggio di circa un kilometro e mezzo verso la cosiddetta sulfate bearing unit. Il rover NASA analizzerà questa zona del Monte Sharp per un tempo imprecisato del prossimo futuro: tutto dipende da cosa troverà una volta là.
Dal giorno del suo arrivo nel 2012, Curiosity ha esplorato il cratere Gale, che miliardi di anni fa ospitava un lago largo 150 kilometri. Il rover ha lentamente risalito le sue pendici, spostandosi dal fondale verso la superficie e studiando i sedimenti lasciati dall’antica riserva idrica. L’ultima macrozona di particolare interesse, denominata clay bearing unit, è stata raggiunta nell’Aprile 2019.
Le attività scientifiche hanno luogo durante le notti marziane, potendo così dedicare le ore di luce ai trasferimenti. L’autopilota di Curiosity le permette inoltre di evitare le zone più impervie, preservando così le ruote da un’usura eccessiva.
Particolare attenzione è stata riservata ultimamente ai fenomeni atmosferici marziani. Marte è periodicamente soggetto a tempeste di sabbia che di frequente arrivano ad interessare l’intero pianeta. L’ultima, avvenuta due anni fa, ha letteralmente ucciso il rover Opportunity, impedendo ai suoi pannelli solari di alimentarlo. Curiosity ha avuto salva la vita solo in quanto alimentato da un generatore termoelettrico a radioisotopi, noto come RTG.
Al momento non sembrano esserci indizi che un tale fenomeno stia per ripetersi.
Perseverance
Il primo stadio dell’Atlas V che darà il via al viaggio di Perseverance è stato trasportato tramite un Antonov An-124 da Huntsville, Alabama, fino al Kennedy Space Center. Una volta testato, verrà integrato il secondo stadio Centaur, i quattro booster a propellente solido ed il fairing con la capsula del rover.
Il lancio, originariamente previsto per il 17 Luglio, ha subìto un ritardo di tre giorni a causa di un piccolo problema ad una gru utilizzata nell’assemblaggio del razzo. L’inconveniente è stato risolto e la prima data utile è ora il 20 Luglio, alle 15.15 italiane, con una finestra di lancio di due ore.
Il 21 Maggio sono stati inseriti nella pancia del rover i 39 tubi sterili che conterranno i campioni di suolo marziano e che verranno raccolti dal rover ESA facente parte del progetto Mars Sample Return. Questo progetto ha l’obiettivo di arrivare con un piccolo rover su Marte per raccogliere questi campioni e poi riportarli in orbita marziana. Qui ci sarà un orbiter ad attenderli che poi li riporterà sulla Terra.
Al Kennedy Space Center, il 5 Giugno scorso è anche stato consegnato il Generatore Termoelettrico a Radioisotopi, in gergo RTG, che si occuperà della generazione dell’energia elettrica necessaria alle operazioni di Perseverance.
Dispositivi di questo genere vengono “ordinati” dalla NASA al Dipartimento dell’Energia statunitense, uno dei pochi enti autorizzati a maneggiare materiale radioattivo (in questo caso Plutonio-238). Lo stesso procedimento era già stato seguito nel 2011 per la missione Curiosity, mentre per InSight si è optato per i pannelli solari.
L’integrazione tra questo RTG ed il rover avverrà quando Perseverance sarà già a bordo del razzo, per ridurre al minimo il rischio di contaminazione.
InSight
Come riportato nella precedente puntata della rubrica, l’inserimento della sonda HP3 nel suolo marziano ha dato filo da torcere ai tecnici fin dall’inizio della missione. La fase più critica sembra essere proprio quella iniziale, quando viene a mancare la pressione laterale del suolo e la sonda rischia di rimbalzare fuori ad ogni martellata (un fenomeno noto come kickback).
Le squadre di tecnici non si sono però scoraggiate, e tutto fa presagire che siano riuscite a trovare la soluzione definitiva. Dopo due tentativi fallimentari, il braccio meccanico di InSight ha aiutato HP3 a penetrare per tutta la sua lunghezza nel suolo marziano.
E’ stata una vera e propria impresa, studiata e comandata da decine di milioni di kilometri di distanza. Da qui in poi, la sonda dovrebbe riuscire ad automartellarsi fino alla profondità di 5 metri, dove potrà studiare il flusso di calore proveniente dal nucleo del Pianeta Rosso.
After several assists from my robotic arm, the mole appears to be underground. It’s been a real challenge troubleshooting from millions of miles away. We still need to see if the mole can dig on its own. More from our @DLR_en partners: https://t.co/7YjJIF6Asx #SaveTheMole pic.twitter.com/qHtaypoxPp
— NASA InSight (@NASAInSight) June 3, 2020
Come si evince dal video sopra, questa operazione è durata 80 giorni marziani, in gergo noti come SOL (contati a partire dal giorno dell’arrivo sul Pianeta Rosso). La benna non può più spingere HP3 nel sottosuolo, ma può compattare il terreno sopra di essa per evitare il kickback.
Attualmente il team procede a step settimanali, valutando il lunedì le operazioni da svolgersi il sabato. La pazienza necessaria per avere conferme è dunque tanta.
Tian Wen 1
Il Lunga Marcia 5, il razzo che spedirà Tian Wen 1 sulla sua traiettoria interplanetaria per Marte, è recentemente giunto al sito spaziale di Wenchang.
Il team, che il 21 Maggio scorso è purtroppo stato colpito dalla scomparsa del capo ricercatore Wan Weixing, ha proseguito con le operazioni di integrazione e tutto sembra essere pronto per il lancio. Non vi è ancora alcuna data ufficiale per la partenza.
Se la sonda dovesse riuscire nel suo intento di atterrare nell’Utopia Planitia, questo farebbe della Cina la seconda nazione ad operare un rover sulla superficie del Pianeta Rosso. Nel frattempo, l’agenzia spaziale cinese sta provvedendo ad aggiornare il proprio Deep Space Network. Esso è composto di una serie di enormi antenne dislocate sul territorio cinese, fondamentali per trasmettere e ricevere dati dallo spazio profondo o dalla superficie di altri corpi celesti.
Hope
La sonda degli Emirati Arabi è recentemente giunta in territorio nipponico, dove verrà lanciata a bordo di un MHI H2A. Il trasporto dal Colorado, dove è stata assemblata, ha richiesto ottantatré ore e tre diversi veicoli, che hanno solcato aria, mare e terra. Il lancio è attualmente schedulato per le 22.51 italiane del 14 Luglio.
Per un periodo che potrà andare da due a quattro anni, Hope sarà il nostro satellite meteorologico marziano. Ci aiuterà a comprendere le complesse dinamiche atmosferiche di Marte e a rispondere a quesiti ancora aperti sulla sua interazione con lo spazio profondo ed il vento solare.
Cronache Marziane viene pubblicato ogni mese, il giorno 20 ed è una rubrica progettata e scritta da Andrea Novelli per aggiornare su tutte le attività che avvengono sul pianeta rosso.