Hayabusa-2 sta tornando a casa con uno dei carichi più preziosi della storia dell’esplorazione spaziale. La sonda giapponese ha raggiunto l’asteroide Ryugu quasi due anni fa, il 27 giugno del 2018. Da allora è rimasta nella sua orbita, rilasciando un rover di circa 10 Kg chiamato MASCOT e tre rover più piccoli, i MINERVA II.
La missione principale della missione Hayabusa-2 era però quella di raccogliere dei campioni di Ryugu da riportare a Terra. Per fare questo ha utilizzato una tecnica alquanto interessante. Ha abbassato la sua orbita fino a pochi metri di altitudine, questo è possibile data la poca attrazione gravitazionale di Ryugu. Qui ha sparato un vero e proprio proiettile di rame sulla superficie e ne ha raccolto i detriti convogliandoli direttamente in una camera a vuoto delle dimensioni di circa 25 centimetri cubici.
Martedì 12 Novembre 2019 la sonda ha iniziato a separarsi dall’attrazione dell’asteroide per tornare sulla Terra. Gia da questo autunno gli scienziati giapponesi hanno quindi iniziato a studiare le rilevazioni fatte dalla sonda sul cratere di impatto del proiettile di rame. Da queste rilevazioni hanno ricavati un articolo pubblicato in questi giorni su Science.
Grazie al proiettile di rame sparato contro la superficie di Ryugu, i ricercatori giapponesi hanno realizzato un vero e proprio cratere. Questo gli ha permesso sia di raccogliere i campioni di polvere rilasciati in orbita, sia di osservare la composizione dell’asteroide sotto la sua superficie. La sfera di rame di due Kg ha colpito Ryugu a circa 7200 Km/h, producendo un cratere largo 14.5 metri e profondo 2.3 metri.
Per prima cosa, si è osservata la presenza di materiale simile a sabbia anche sotto la superficie. Questa è un’ulteriore prova a sostegno della teoria secondo cui Ryugu è un asteroide formatosi come aggregato di macerie di uno scontro fra corpi più grandi. Un’altra importante scoperta è stata fatta osservando la forma del cratere. Questa non è perfettamente circolare, assomiglia invece ad una specie di mezzaluna. Questa forma è dovuta al fatto che in un lato del cratere era presente una roccia troppo dura per essere scalfita dall’impatto della sfera di rame.
Ancora, studiando la forma e la profondità del cratere, gli scienziati giapponesi hanno scoperto che il proiettile è arrivato ad una profondità di poco più di due metri non per la solidità del terreno. La bassa gravità di Ryugu ha fermato l’avanzare del proiettile. Nonostante questo, il cratere è risultato circa 7 volte più grande di quanto sarebbe stato sulla Terra. Unendo tutti questi indizi si è giunti alla conclusione che l’asteroide Ryugu abbia un’età di poco superiore ai 9 milioni di anni. Ben più bassa del previsto.
Il satellite Ryugu orbita fra Marte e la Terra con un perielio che si avvicina al Sole all’interno dell’orbita di Venere. Non è una destinazione particolarmente lontana ma il campionamento di materiale da asteroidi rimane comunque un impresa incredibile, in cui i giapponesi si stanno rivelando dei veri specialisti essendo Hayabusa-2 la seconda sonda ad effettuare questo tipo di missione.
L’articolo completo pubblicato su SCIENCE.